Ambientalismo
01 marzo 2024

Il solo PETROLIO pericoloso è la trasmissione di rai 3


Ho visto «Petrolio», una trasmissione su Rai3 condotta da tale Duilio Giammaria, giornalista già collaboratore della Banca Mondiale, cioè da uno che capisce sùbito con chi stare. Improntata al più stomachevole dogmatismo intollerante e censorio della cultura woke, per oltre un’ora si sputa veleno contro i combustibili fossili e chi ce li fornisce. La trasmissione comincia comicamente, esaltando un paio di trenini che, in qualche angolo della Germania, andrebbero a idrogeno. Peccato che nessuno degli scienziati invitati faceva notare al conduttore che l’idrogeno è prodotto per il 50% dal gas naturale, per il 30% dal petrolio e per il 20% dal carbone. Essendo quest’ultimo abbondante in Germania ed essendo quei tre trenini in Germania, essi sono, di fatto – ecco l’aspetto comico – trenini a carbone. 


A dire il vero, di scienziati in trasmissione c’era uno solo – tale Nicola Armaroli – il quale dall’alto della sua scienza così esordiva: «la prima cosa che deve fare l’umanità è smettere di usare carbone, petrolio e gas». Gli imbevuti di codesta devastante cultura woke son convinti che i loro sentimenti siano più importanti della verità, ma per una volta voglio stare al loro gioco. Giammaria: confidando che forse anche lei possa non essere insensibile alle argomentazioni razionali, le chiedo di giocare con me, che voglio giocare a parafrasare la raffinata satira del russo Konstantin Kisin


Durante tutta la trasmissione lei raccontava di una generazione la cui principale – quasi unica – preoccupazione sarebbe il cambiamento climatico. Tutti gli invitati manifestavano la propria irrefrenabile ansia da clima e, va da sé, desideravano salvare il pianeta. Orbene, in questo articolo – e solo in questo articolo – mi unirò a tutti voi, genuflesso in adorazione ai piedi di Santa Greta da Clima. Supponiamo quindi che effettivamente stiamo tutti vivendo in una crisi climatica senza precedenti e che le nostre risorse di orsi polari si stiano esaurendo, come le immagini in trasmissione – inequivocabilmente, secondo il conduttore – dimostravano. La cosa è falsa e, francamente, fosse anche vera, dico sùbito che degli orsi non m’importa un tubo. Ma per una volta voglio soffrire con Giammaria e tutti i suoi ospiti. Tutti, perché il conduttore non ne aveva invitato alcuno che potesse controbattere alle genialate di quell’Armaroli. A dire il vero uno l’avevano nominato e denigrato: peccato che non possa difendersi essendo già deceduto. Lei è un coraggioso, Giammaria: io sono vivo, provi a mettermi a confronto col suo scienziato, tanto tempo a lui quanto a me. Vedrà che non ci sta. 


Comunque, voglio seguirla nella sua ansia e mi faccia allora chiedere cosa mai potremmo fare per questo enorme problema che l'umanità deve affrontare. Cosa potremmo fare noi in Italia, o in Europa. Nulla, e sa perché? Perché l’Italia è responsabile dell’1% e la Ue intera del 9% delle emissioni globali di carbonio: anche se la Ue dovesse domani sprofondare negli abissi, non farebbe alcuna differenza per il problema del cambiamento climatico. Perché il futuro del clima – si rammenti, Giammaria, che mi sto sforzando di seguire il suo pensiero, ancorché debole – il futuro del clima sarà deciso in Asia e in Africa, da persone povere a cui non importa nulla di salvare il pianeta. Essi sono disinteressati alla sua ansia semplicemente perché sono poveri.


La Russia non è un paese povero, eppure non lo è quanto basta per non avere il 10% delle famiglie senza bagno dentro casa. Lo hanno all’aperto, in una baracca di legno con un buco nel terreno, che serba memoria della raccolta fermentata di migliaia di visite. Ora le chiedo, signor Giammaria, se lei sarebbe disposto ad abbattere il bagno della sua villa ed erigere una baracca nel suo giardino e così contribuire alla raccolta differenziata dei suoi propri rifiuti. E se lei non lo fa, perché mai il 10% delle abitazioni russe dovrebbero mantenere la loro baracca: per costruire un bagno bisogna emettere carbonio, sa?


In Cina, sono in 100 milioni a non avere cibo a sufficienza. E non è che semplicemente gli manca il dessert: soffrono di malnutrizione e il loro sistema immunitario è compromesso per penuria di cibo. Non riuscirà a farli rimanere poveri, amico mio. Immagini di essere Xi Jinping, Giammaria: aveva 10 anni quando subiva la rivoluzione culturale comunista e condannavano a morte suo padre e sua madre, sua sorella si uccideva e lei, senza più la protezione di suo padre, un tempo potente, fu spedito ad essere rieducato in un villaggio a vivere in miseria, in una grotta, a vedersela con le pulci. Oggi, leader supremo del Partito Comunista, di quello stesso Partito Comunista che aveva distrutto la sua famiglia, sa che il suo solo dovere è dare al popolo l'unica cosa che il popolo cinese vuole: un maggiore benessere. Che posto ha il cambiamento climatico nella lista delle priorità di XI Jinping, secondo lei, Giammaria?


Un terzo di tutti i bambini che vivono in povertà estrema nel mondo, vive in India e finisce col morire di fame o di malattie curabili. Mia figlia, sua figlia, Giammaria, non sono nate così. Se, quando nacque sua figlia le avessero dato la scelta tra due opzioni: o entro un anno sua figlia avrebbe rischiato di morire o di fame o per una malattia curabile, oppure avrebbe potuto premere un bottone e sarebbe vissuta fino ad andare a scuola, magari diventare un’idiota ambientalista, fino a generare ella stessa altri figli ed avere nipoti, ma che, premendo quel bottone, si avrebbero anche 500 tonnellate di CO2 in più in atmosfera: lei, Giammaria, avrebbe premuto quel bottone o avrebbe rischiato la morte prematura di sua figlia?


Seicento milioni d’africani vivono senza corrente elettrica, e no, Giammaria, lei non riuscirà a reprimere il loro desiderio di diventare più ricchi. Lei non ha nulla da offrire. Lei ha da offrire solo il suo wokismo e il lavaggio del cervello della sua trasmissione priva di contraddittorio. Ai giovani presenti in studio lei faceva credere di essere essi delle vittime, impotenti, con una sola possibilità per migliorare il mondo: lamentarsi, protestare, gettare zuppa sui quadri. Quei giovani, Giammaria, erano sì delle vittime: erano le sue vittime. 


Se ha fegato, mi inviti alla sua trasmissione. Mi sa che lei tiene in conto i suoi telespettatori come la moglie di quel prete protestante i propri fedeli, che diceva: «Oddio, speriamo che il signor Darwin abbia torto o, se ha ragione, che i nostri fedeli non debbano mai saperlo».


Franco Battaglia


Articolo pubblicato dal quotidiano LA VERITÀ il 1° marzo 2024







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