Russia
24 febbraio 2022

Con il riconoscimento delle province del Donbass da parte di Putin la storia è cambiata

La storia è cambiata

Di Eliseo Bertolasi

Il 21 febbraio sera abbiamo assistito a un evento storico che ha scosso, senza esagerare, il mondo intero, che ora non sarà mai più quello di prima.

Dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato i decreti che riconoscono l’indipendenza delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk.

Un evento atteso, con fede e trepidazione, da tutta la popolazione del Donbass, che ha pienamente meritato questo riconoscimento per la sua eccezionale resistenza, per il suo eroismo, per il suo coraggio e il tanto sangue versato. La speranza che questa guerra, che da otto anni sta insanguinando il Donbass, possa finire, grazie alla protezione militare offerta dalla Russia ora sta diventando realtà.

Non c’erano prospettive per gli abitanti del Donbass: o l’abbandono delle loro case per emigrare in Russia, o il genocidio per mano ucraina, come sottolineato dal Presidente Putin nel suo discorso: “il cosiddetto mondo civile, di cui i nostri colleghi occidentali si sono autoproclamati unici rappresentanti, preferisce non accorgersene, come se tutto questo orrore, il genocidio a cui sono sottoposti quasi 4 milioni di persone, non esistesse”.

Va notato che il riconoscimento dell’indipendenza delle due Repubbliche popolari è diventato un evento chiave nel confronto globale tra due civiltà: la Russia e l’Occidente, due mondi valoriali diversi e di diversa spiritualità, due modi differenti di percepire il passato e vedere il futuro.

L’unicità del discorso del Presidente russo sta nel fatto che non nasce da dei formalismi politici, ma, letteralmente parola per parola, è un insieme di tutto il “russkij mir” (mondo russo), è l’anima russa che vibra e parla.

Tutto ciò che il Presidente russo ha esposto, è stato ripetuto innumerevoli volte in Russia da persone a volte totalmente diverse per nazionalità e per estrazione sociale: dagli intellettuali, agli analisti geopolitici, dagli operatori dei media, fino alle persone semplici inesperte di politica. Tutti però in grado di percepire chiaramente lo sviluppo, in Occidente, di un sentimento torbido, antiumano e fobico nei confronti della Russia, proprio per quello che oggi la Russia rappresenta.

Ecco tutte queste parole si sono improvvisamente materializzate, addirittura sublimate nel discorso del Presidente Putin. In quel discorso, poggiato su concrete basi storiche, è uscita la dignità e ha trovato spazio tutto ciò per cui l’anima russa ultimamente, intimamente, ha sofferto, mortificata dall’Occidente e dal regime ucraino: sull’ingiustizia dell’ordine mondiale esistente, sulla tuttora impunita strage di Odessa (citaz. dal discorso di Putin: “I criminali che hanno commesso questa atrocità non sono stati puniti, nessuno li sta cercando. Ma conosciamo i loro nomi e faremo tutto il possibile per punirli, trovarli e consegnarli alla giustizia.), sulle minacce che sta subendo la Chiesa Ortodossa ucraina, sui russi che non possono parlare la loro lingua... Infine, su qual è la cosa più preziosa al mondo: la vita umana e la sua libertà.

Ma soprattutto, il discorso di Putin è stato concreto, diretto e aperto, ha detto la sacrosanta verità.

In Occidente, questa verità è stata a lungo temuta. Sulla Russia è stata esercitata una pressione senza precedenti: è stata ricattata, scaltramente corrotta, imbrogliata con falsità, intimidita con sanzioni, accusata delle peggiori nefandezze, infine minacciata di guerra.

Il discorso di Putin ha proclamato non solo l’indipendenza delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, ma anche “l’indipendenza” della Russia stessa. Il mondo intero è stato avvisato che la Russia è uno stato libero e sovrano, che agisce esclusivamente per il proprio interesse nazionale e per l’interesse del proprio popolo a costo di uscire dai propri confini.

E dopo queste parole di “verità” gli altri capi di stato, che prima sembravano potenti governanti del mondo, ripiegandosi sulle loro dichiarazioni isteriche in un istante si sono trasformati in nani impacciati, stupiti per tale passo della Russia. Sanno che c’è impotenza nelle loro affermazioni, lo sospettavano già da prima, ma ora, ne hanno la certezza.

Il 21 febbraio il mondo è cambiato irrevocabilmente. Abbiamo assistito a una pagina epocale della storia. Nessuno può ancora dire quale sarà questo nuovo mondo, e come si svilupperà il nuovo ordine. Ma questo ordine è già arrivato e non può essere ignorato. Naturalmente, ci saranno nuove prove e sfide, ma la Russia ora può guardare al futuro con maggiore forza e speranza.








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