Contro IL Deep State
11 dicembre 2021

REPORTER ITALIANO UCCISO IN DONBASS: Assolto il Paramilitare Ucraino alleato dei Neonazisti. Come voluto da Soros & co.

Riprendiamo dal sito Gospa News


di Carlo Domenico Cristofori

Alla fine ha vinto la linea di “Europa +”, il partito di Emma Bonino finanziato da George Soros, che aveva chiesto ufficialmente l’assoluzione del pericoloso paramilitare della Guardia Nazionale Ucraina.

La corte di Cassazione ha confermato l’assoluzione per Vitaly Markiv, accusato dell’omicidio di Andy Rocchelli, il fotoreporter pavese ucciso nel Donbass il 24 maggio del 2014, ucciso in un “tiro al bersaglio con mortaio” insieme all’interprete e fotografo russo Andrej Mironov, mentre uno francese era sopravvissuto per miracolo.

Markiv, un militare della guardia nazionale ucraina con passaporto anche italiano, era stato condannato nel 2019 a 24 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Pavia e successivamente assolto, nel novembre 2020, nel processo d’Appello.

Nonostante una montagna di prove raccolte scrupolosamente dal procuratore pavese Giorgio Reposo e dai suoi collaboratori e una sentenza di primo grado inequivocabile sulla decisione hanno pesato le pressioni politiche nel clima rovente di una guerra civile del Donbass innescata dal golpe sanguinario in piazza Madian a Kiev dove alcuni cecchini mercenari spararono sui manifestanti, uccidendo oltre 100 persone tra cui 20 tra poliziotti e soldati.

Soros, insieme a varie ambasciate occidentali, finanziò la rivolta (già tentata con la Rivoluzione Arancione del 2004) anche attraverso i media, tra cui si distinse un reporter musulmano arrivato dall’Afghanistan poi diventato vice direttore dell’industria bellica nazionale.

Il golpe costrinse alla fuga il presidente filorusso Viktor Yanukovych e portò al potere i politici finanziati da Soros e sostenuti dalla Nato come Arsenij Jacenjuk e Arsan Avakov, alcuni anni prima arrestato in Italia per episodi di presunta corruzione.

Proprio Avakov tornò in Italia per assistere a tutti i processi a Markiv, elemento di spicco della NGU (Guardia Nazionale Ucraina), dove confluirono vari gruppi di milizie volontarie del Pravyj Sector (Settore Destro) ma anche il famigerato Battaglione Azov di ultra-destra neonazista, accusato da Amnesty International di torture.

Accanto alla NGU nel conflitto interminabile contro le Repubbliche indipendentiste filorusse di Donetsk e Lugansk combatterono pure gli ex terroristi ceceni dell’ISIS rientrati in Ucraina dalla Siria.

In questo clima infuocato dalla guerra fredda tra paesi Nato e Russia che scorre proprio sui confini dell’Ucraina un piccolo errore giudiziario è bastato ad assolvere il paramilitare condannato in primo grado.

La Cassazione ha respinto i ricorsi presentati contro l’assoluzione e ha di fatto confermato la sentenza d’appello. Il procuratore generale aveva chiesto di annullare l’assoluzione per Vitaly Markiv sollecitando un nuovo processo di appello.

La Corte di appello di Milano nelle motivazioni alla sentenza evidenziò una carenza di prove dovuta ad un errore formale: le dichiarazioni prese dei militari e dei superiori di Markiv erano state raccolte senza la possibilità, che era loro dovuta, di non rispondere alle domande. “Dunque la prova va annullata”.

“La ricostruzione dei fatti – si legge nella sentenza – così come emerge dalle prove processualmente utilizzabili e dalle considerazioni svolte ai paragrafi che precedono, porta questa Corte a concordare con le conclusioni della Corte d’Assise di Pavia in merito alla provenienza dei colpi che hanno ucciso Rocchelli e ferito Roguelon e cioè dei colpi di mortaio sparati dalla collina Karachun ad opera dei militari dell’armata ucraina, dove erano nascosti i fotoreporter, il tassista e il civile […] essi erano quindi lì per svolgere la loro attività di fotoreporter […] L’attacco ha avuto luogo senza alcuna provocazione e offensiva né da parte loro né dei filorussi”.

La Corte ritiene inoltre che, correttamente, lo “Stato ucraino era stato citato in giudizio in qualità di responsabile civile”. Un passaggio, dicono i Rocchelli, “che riteniamo straordinario: significa che l’immunità prevista per gli Stati non vale nel caso di violazione di diritti umani e crimini contro l’umanità. Sul testimone oculare, il francese William Roguelon, che era scampato per miracolo all’attentato, la Corte lo ritiene “pienamente attendibile”.

“Non ci arrendiamo. Attendiamo ancora giustizia” spiegarono dopo la sentenza di Apello i genitori di Andrea, Rino ed Elisa, assistiti dall’avvocato Alessandra Ballerini. “Si era gridato all’innocenza, dopo l’assoluzione – dicono – ma la sentenza d’appello mette invece una serie di punti fermi nella messa a fuoco della verità storica atto fattuale”.

La difesa oggi apprende con soddisfazione il pronunciamento della Cassazione: “Un processo che non doveva iniziare” – “E’ una grande vittoria in un processo che mai avrebbe dovuto iniziare”, ha commentato l’avvocato Raffaele Della Valle, legale di Vitaly Markiv. “Sono emozionato, ci siamo tolti da un incubo. Markiv è un libero cittadino, già rientrato in Ucraina, e potrà continuare la sua carriera militare”. Il legale ha precisato che la Cassazione ha dichiarato “inammissibili i ricorsi” contro l’assoluzione.

Ogni anno politici e giornalisti italiani s’indignano per la morte dei loro colleghi nei cosiddetti stati canaglia dove governano regimi dittatoriali. Adesso potranno indignarsi anche contro la giustizia romana…

Carlo Domenico Cristofori


>>>articolo originale online>>>







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