Energia
13 ottobre 2021

Il carbone: salvezza o pericolo per l’inverno degli europei?

Dopo il gas naturale, si registra l’ennesimo rincaro, quello del carbone: 300 dollari alla tonnellata, un record degli ultimi vent’anni. Il mercato sta...

Il ritorno del carboneNel mese di settembre, Germania, Spagna, Gran Bretagna e Francia hanno prodotto con il carbone circa 7 milioni di kw/h, cioè il 35% in più dell’anno precedente.Ma all’Europa il carbone non basta. Infatti, i principali fornitori di questa maniera prima non sono in grado di aumentare il volume delle esportazioni. Le riserve nell’area nord-occidentale del continente sono al minimo: superano di poco i 4 milioni di tonnellate.Inoltre, si registra una grande competizione di mercato con gli acquirenti asiatici. La Cina, infatti, è anch’essa in deficit di carbone dopo la chiusura delle miniere.

L’economia cinese si sta riprendendo rapidamente. Le imprese hanno bisogno di più energia elettrica. È evidente che il Paese continuerà a fare ampio uso del carbone. Il Partito comunista cinese ha provato in maniera troppo brusca e repentina a farne a meno.Di conseguenza, due terzi delle province cinesi sono costretti a limitare il loro consumo di energia elettrica. È stata interrotta l’attività delle principali imprese del settore petrolchimico.Come previsto, questa carenza di energia ha innescato un aumento dei prezzi. E non soltanto in Cina. Infatti, in Europa il carbone costa circa il mi14% in più che in Cina. “Dal momento che la domanda è in aumento, il carbone registrerà rincari fino alla fine della stagione invernale, sia in Occidente sia in Oriente, dove aumenta il rischio di una crisi energetica”, sostiene Deev.

Inverno freddo ed estate calda

Negli ultimi anni si è registrata una domanda sempre minore di carbone. Infatti, Europa, Cina e USA hanno avviato dei percorsi di decarbonizzazione.

Il calo della domanda di carbone è stato accompagnato da una transizione verso fonti di energia alternative. Tuttavia, questo 'rinverdimento' energetico richiede tempo. Non si effettuano queste transizioni dall’oggi al domani. Inoltre, non si può non tener conto delle calamità naturali. Per via dell’inverno rigido e del caldo anomalo estivo i depositi sotterranei di gas europeo si sono quasi esauriti. Di conseguenza, il prezzo del gas naturale ha registrato un'impennata. Di pari passo si muovono anche i prezzi del petrolio.E il carbone invece? L’offerta non riesce a soddisfare la domanda. I produttori europei di energia elettrica chiedono alla Russia di aumentare i volumi di esportazione. Chiaramente non vogliono che se ne parli. A breve si terrà l’ennesima conferenza sui cambiamenti climatici. Si parlerà delle emissioni di gas serra. È possibile ridurle soltanto rinunciando al carbone e scegliendo il, seppur caro, gas.Tutte le speranze sono riposte sulla Russia che, per riserve di gas naturale, occupa il quarto posto al mondo, il sesto per volumi di estrazione e il terzo per volumi di esportazioni. L’anno scorso, la Russia ha esportato circa 200 milioni di tonnellate: 29,5 milioni alla Cina, oltre 23 milioni alla Corea del Sud e 21,5 milioni al Giappone.Tuttavia, probabilmente non sarà possibile incrementare significativamente l’attività estrattiva.Le società russe guadagnano chiaramente dal rincaro delle materie prime. Nel 2019, sui mercati asiatici, il carbone costava in media 90 dollari alla tonnellata. Oggi, in UE, ne costa 300.Tuttavia, non si prevedono grandi aumenti delle esportazioni. Infatti, il carbone serve anche per il mercato interno, viste le previsioni di un inverno particolarmente rigido. Secondo le statistiche, un terzo delle abitazioni rurali in Russia dispongono di riscaldamento a camino o a stufa, alimentato essenzialmente con legname o carbone. Nelle città, le abitazioni con questa tipologia di riscaldamento rappresentano il 7% del totale.Ma è imminente l’avviamento del Nord Stream-2. Il mercato attende la conclusione degli accordi di lungo periodo sulla fornitura di gas, i quali stabilizzeranno i prezzi di questa materia prima e, in un secondo momento, anche del carbone. Non si dimentichi poi che, nonostante il boom di oggi, il mondo sta comunque cercando di evitare il ricorso al carbone.Vi sono anche degli ulteriori vantaggi: il carbone non brucia spontaneamente e può essere conservato in luoghi all’aperto. E, come dimostra l’esperienza, quando in inverno le altre fonti di energia non funzionano, è il carbone che ci riscalda.

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