Contro IL Deep State
21 marzo 2021

L'on. Comencini, sull’infelice uscita di Biden verso Putin: "Chi semina vento raccoglie tempesta".


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L’inaudita dichiarazione di Biden rivolta a Putin come prevedibile ha generato una crisi, per ora diplomatica, tra USA e Russia. A sua volta, Putin ha risposto seppur garbatamente ma con toni severi. Questo stallo potrebbe però generare un’escalation nella quale l’Europa verrebbe immediatamente trascinata.

Come ampiamente riportato su tutti i media, il 17 marzo, in un’intervista televisiva commentando il rapporto dell’intelligence americana sulla presunta interferenza russa nelle elezioni americane, Joe Biden alla domanda riguardante Vladimir Putin “Pensa che sia un killer?” ha risposto di sì. 

Parole pesantissime in un contesto, quello della diplomazia internazionale, dove ogni parola dovrebbe invece venir accuratamente soppesata e calibrata. Tali espressioni, da basso gergo, nei confronti di capi di stato, a ragion maggiore se rivolte al capo di stato di una superpotenza mondiale, non dovrebbero mai venir usate.

Il presidente Putin ha immediatamente replicato, ovviamente, senza scadere nella provocazione. Nel frattempo, però, come prima misura l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov ha lasciato Washington per consultazioni a Mosca. 

Vito Comencini
© Foto : fornita da Vito Comencini
Vito Comencini

Per uno sguardo politico sulla vicenda in relazione alla posizione “intermedia” dell’Europa, come pure alla reazione da parte delle forze politiche italiane, Sputnik Italia si è rivolto all’onorevole Vito Comencini (Lega).

— Onorevole, cosa ne pensa dell’uscita infelice di Biden verso Putin?

— Si tratta di parole molto gravi che creano un clima di tensione e di scontro che in questo momento, a maggior ragione vista la crisi pandemica ed economica presente, bisognerebbe evitare. Tutti al mondo, in primis l’Occidente, sono rimasti scioccati da queste affermazioni di Biden fatte con grande leggerezza, come se quasi non si rendesse conto delle conseguenze e del peso di tali parole.

— Ma non era Trump il guerrafondaio?

— Questa è l’ennesima dimostrazione, purtroppo, di come lavora la gran parte dei media: un conto è quello che racconta il mainstream in Occidente, un conto è la realtà, invece molto diversa. In effetti Trump si è dimostrato una persona diplomatica che ha sempre cercato la via del confronto in alcuni casi anche acceso, ma alla fine ha sempre trovato una soluzione pacifica evitando il rischio di inutili guerre e quindi spargimenti di sangue. Questo a differenza di alcuni suoi predecessori, che a parole erano per la pace, ma poi nei fatti si sono dimostrati tutt’altro che pacifisti.

Nervi saldi da parte di Putin

— Cosa ne pensa della reazione di Putin, i toni della sua risposta?

— Ancora una volta, come Lui sa fare, come sanno fare i grandi “condottieri” russi ha dimostrato nervi saldi, per fortuna, e “testa alta” nel replicare senza scadere nella bassezza dell’attacco che ha subito. Anche da questo punto di vista si è dimostrato un “signore” e un “abile stratega”. Come è già successo altre volte in passato non è mai caduto nel tranello di chi lo provocava e avrebbe invece voluto indurlo ad una reazione sconsiderata. Putin da esperto judoka sa convogliare la forza dell’attacco contro lo stesso attaccante.


— Onorevole Lei conosce bene la Russia, Putin nella sua risposta ha anche accennato ad “un codice genetico, culturale e morale diverso”, qual è la Sua opinione a riguardo?

— Che la difesa di determinati valori e principi sia importante, Putin l’ha dimostrato nei fatti nel corso di tutti i sui anni alla guida della Russia. Sono valori fortemente radicati nella popolazione della Russia; un esempio: il fatto che abbia voluto inserire nella Costituzione, previa approvazione popolare alla riforma costituzionale, il dato che la famiglia è formata da un uomo e una donna - padre e madre, in questo caso in difesa dei valori della famiglia. Non uso il termine tradizionale perché per quanto mi riguarda lo do per scontato ed esiste solo quel modello. Putin in un suo recente intervento ha sottolineato come la malattia che sta consumando l’Occidente, sia proprio la rinuncia alla sua identità cristiana. Da quando l’Occidente ha sostituito il cristianesimo con il culto del liberalismo globale, sta morendo.

Sconcerto da parte dell’Italia

— A livello politico in Italia quali sono state le prese di posizione davanti a questa crisi? Parlo non solo del suo partito, la Lega, che in passato più di una volta ha mostrato le sue simpatie per la Russia, ma anche delle altre forze politiche dell’arco parlamentare.

— È evidente che c’è un certo sconcerto, imbarazzo nel commentare o reagire a queste affermazioni e alle conseguenze che stanno portando. Di fatto le reazioni sono abbastanza silenti, nel senso che non si vedono particolari prese di posizioni. Questa è la prova più evidente che c’è un evidente imbarazzo.

Da un punto di vista geopolitico facendo parte del blocco atlantico è ovvio che devono essere mantenute certe posizioni, ma non si può nemmeno difendere l’indifendibile, in questo caso davanti a parole così provocatorie che non servono a nulla se non a provocare solo dei danni.

Tra l’altro, e lo ribadisco, in un momento pandemico molto particolare dove si sta affrontando la questione dei vaccini con tutti i problemi che si sono verificati e davanti alla possibilità, magari, di poter disporre anche del vaccino russo, che a quanto pare sembra dimostrarsi sicuro ed efficace, nei confronti della Russia non si dovrebbe agire su un terreno di scontro, ma su un piano di collaborazione e di risoluzione del problema che abbiamo di fronte.

Il PD con la nuova gestione Letta pare talmente impegnato e ripiegato sulle questioni interne a loro prioritarie, come ad esempio dare lo Jus solis agli stranieri, da perdere di vista quelle che invece sono le questioni primarie e più delicate a livello della sicurezza globale.

L’Europa nel mezzo della contesa USA - Russia

— Tra lo scambio di repliche Biden - Putin in mezzo rimane l’Europa. Non pensa che questa contesa possa mettere a rischio non solo la stabilità economica ma persino militare del Vecchio Continente?

— Sicuramente non aiuta il fatto che l’Europa si trovi in mezzo a questa tensione. Il vero problema dell’Europa, a mio parere, è al suo interno, nell’incapacità di affrontare i problemi in maniera coerente, la questione dei vaccini ne è la dimostrazione. Anche questa volta l’Europa ne esce sconfitta e penalizzata. In questo momento, in cui, secondo il mio avviso, il vero competitor politico ed economico dell’Europa è rappresentato dalla Cina non ha nessun senso andare ad acutizzare i rapporti con la Russia e a creare inutili tensioni. Va evitato il rischio di ritornare ad un clima di Guerra Fredda, come non ha senso aumentare la pressione militare della NATO sui confini della Russia. La Russia non è il nemico dell’Europa. In tal modo l’Occidente elude al problema e si costringe maggiormente la Russia a cercare alleanze con la Cina.

— Dopo la replica di Putin, Biden ha risposto: “Sono sicuro che parleremo ad un certo punto”. Onorevole, sulle relazioni USA – Russia, secondo Lei possiamo sperare in un superamento di questa fase critica, o ci dovremo aspettare un ulteriore peggioramento con un innalzamento delle provocazioni?

— Io nutro la speranza si torni a ragionare con buon senso evitando di rispolverare una Guerra Fredda che non ha più senso di esistere. È chiaro però che la Russia e Putin hanno una dignità ed è giusto che venga rispettata, come è giusto che Putin la faccia valere. Si deve arrivare a questo, ma serve che da parte degli USA ci sia “rispetto” verso la Russia, un paese sovrano, una potenza economica mondiale e verso il suo leader che ha compiuto azioni importanti a livello di politica internazionale. Poi è ovvio, come dice il detto biblico: “Quia ventum seminabunt, et turbinem metent” (Chi semina vento raccoglie tempesta). Mi auguro che nell’establishment americano prevalga la ragione e il buon senso.









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