Neal David Sutz è un cittadino svizzero e americano. Con ogni
probabilità, non avrebbe mai immaginato di diventare famoso, ma il
destino lo ha messo al centro di un intrigo internazionale. In pratica,
Sutz ha avuto un ruolo decisivo nel denunciare il coinvolgimento della
Svizzera nella frode elettorale americana. Lo racconta Cesare Sacchetti,
nel blog “La Cruna dell’Ago“.
«Fino ad ora la pista svizzera ha ricevuto molta poca attenzione, ma
questo piccolo paese nel cuore delle Alpi potrebbe essere il pezzo
mancante del puzzle che ha dato vita al colpo di Stato internazionale
contro Trump». Le macchine elettroniche di Dominion, il server legato a
Soros e Clinton che ha spostato migliaia di voti da Trump a Biden, sono
direttamente legate a Scytl, un software il cui codice sorgente è stato
comprato dalle Poste svizzere, di proprietà dello Stato elvetico. La
Svizzera non ha informato Trump e la sua amministrazione dei difetti di
Scytl, che erano già ampiamente noti al governo. Sutz dichiara di avere
le prove inconfutabili di questa frode, ovvero il codice sorgente che
adesso è nelle mani della squadra legale di Trump. Il fratello del
generale Michael Flynn, che è uomo molto vicino a Trump, Joseph, ha
pubblicamente ringraziato Sutz su Twitter rassicurandolo che le prove
adesso «sono in buone mani».
I media
internazionali hanno completamente ignorato la denuncia di Sutz, scrive
Sacchetti. «Dopo la consegna delle prove, alcune persone a Sutz sono
state aggredite e minacciate. La cabala mondialista – accusa Sacchetti –
sta cercando di mettere a tacere
coloro che hanno esposto la frode, ma Sutz ha avuto il coraggio di
denunciare tutto e di mostrare le prove del golpe internazionale contro
Trump». Per Sacchetti, c’è molto di più in ballo che il risultato di una
elezione: «Questa è una battaglia tra bene e male, e il destino
dell’umanità è la posta in palio». Neal Sutz avrebbe già fatto la sua
scelta: esibire l’ennesima prova del «golpe internazionale pianificato
dal mondialismo per rovesciare Trump». Sul blog di Sacchetti, Neal Sutz
si presenta: è un cittadino svizzero e americano, nato a New York nel
1970. «Sono un autore, un regista, un consulente d’affari e un attivista
per la verità. Ho deciso di farmi avanti – spiega – per la semplice
ragione che le informazioni che ho ricevuto hanno stimolato la mia
curiosità, ed ero determinato a comprendere la situazione per intero».
Aggiunge Sutz: «Quando ho scoperto che la Svizzera, in particolare le
Poste, di proprietà del governo, hanno non solo sviluppato il software
di Scytl, che ha sede a Barcellona, ma hanno comprato i diritti
esclusivi del codice sorgente di Scytl quando questa era in bancarotta,
ho deciso di approfondire la mia indagine». E può spiegare, Sutz, come
la Svizzera è coinvolta nella frode e che ruolo Scytl ha avuto nelle elezioni americane? «La Svizzera è chiaramente coinvolta in molti aspetti delle elezioni Usa,
anche a partire dal fatto che è uno dei finanziatori principali di
Citco, una società vicina a Smartmatic, legata a sua volta a Dominion,
che è al centro della frode elettorale. Questi finanziamenti provengono
dalla Sandoz Family Foundation. C’è un coinvolgimento anche di Novartis,
una casa farmaceutica svizzera molto interessata alla situazione
relativa al Covid». Per Sutz, la Svizzera è legata sotto numerosi
aspetti finanziari alle elezioni anche per un altro elemento importante: «Società
cinesi possiedono il 75% della banca svizzera Ubs, che ha finanziato
con 400 milioni di dollari Dominion, la società appunto che ha un ruolo
chiaro nei brogli elettronici».
L’analista li considera fatti incontestabili, non teorie: giudica la
Svizzera «un paese piccolo ma immensamente potente», al punto da
rivestire un ruolo decisivo nel grande imbroglio delle presidenziali
americane 2020. A proposito: la Federazione Elvetica ha poi risposto
ufficialmente sui difetti di Scytl e sulle ragioni per le quali non è
stato informato il governo americano riguardo al malfunzionamento del
programma? Sì, risponde Sutz: Berna ha risposto 24 ore dopo, con un
tweet. «Ha riconosciuto di aver acquistato i diritti esclusivi di
Scytl». Ma attenzione: «Nessun rappresentante governativo, né svizzero
né americano, ha cercato in alcun modo di mettere in dubbio gli
interrogativi o le prove che ho presentato». Per Sutz, è fuori
discussione che il codice sorgente del software di Scytl sia una sorta
di meccanismo di sicurezza legato a Dominion, e che gli elvetici abbiano
un ruolo fondamentale, nelle elezione americane. «Posso pensare che la
Svizzera non abbia informato gli Usa
perché c’è un tentativo in corso di rovesciare Donald Trump», cioè
l’uomo che «vuole mantenere libera e indipendente l’America».
Recentemente, sottolinea Sacchetti, lo stesso Sutz ha detto di
essersi preso dei rischi enormi per denunciare i legami tra la Svizzera e
Scytl, consegnando prove incontrovertibili della frode nelle mani
dell’amministrazione Trump. Si riferiva al codice sorgente? Sì, conferma
Sutz: «Il codice sorgente è fondamentale: perché dirige ogni tipo di
programma, a prescindere dal suo scopo o funzione. Chiunque, da ogni
parte del mondo, abbia il codice sorgente di un programma (in questo
caso, un programma che conta i voti di una elezione) può controllare e
manipolare il suo funzionamento». In uno dei suoi tweet, ricorda
Sacchetti, sempre Sutz ha dichiarato di aver ricevuto conferma scritta
che le prove sono state consegnate a un rappresentante del gruppo di
legali di Trump. «L’intero dossier che ho preparato e raccolto per la
squadra legale delpresidente
Trump è stato ricevuto», conferma Sutz. «Me ne è stata data conferma
attraverso messaggi di testo e poi dopo anche pubblicamente». Non solo:
«Ho anche informato l’amministrazione Trump della situazione che
riguarda i miei due figli, cittadini americani, che sono stati presi in
custodia illegalmente dai servizi sociali svizzeri».
Ritorsioni? «I miei figli sono stati vittime di abusi e torture da
parte del governo – denuncia Sutz – e questa storia è strettamente
legata alla frode elettorale in America, perché vede coinvolti soggetti
quali i leader dei Mormoni e vari politici che hanno avuto un ruolo sia
nell’allontanamento dei miei figli sia nei brogli». A quanto pare,
minacce inquietanti. Nel frattempo, il team di Trump non sta certo con
le mani in mano. Il fratello del generale Flynn, Joseph Flynn, ha
pubblicamente ringraziato Sutz: Trump ha quindi la prova definitiva
della frode? «Ci sono molte prove per smascherare la frode, e
l’intreccio Scytl-Svizzera è sicuramente una di quelle. Mi è stato detto
dal team legale di Trump che ci sono decisive e uniche informazioni che
io ho messo a disposizione, e che saranno usate da Trump per provare la
frode nelle numerose cause in corso. Ciò che ho dato rafforza
ulteriormente il quadro probatorio che gli uomini di Trump avevano già
in mano».
E il governo elvetico come si sta comportando, con Sutz, a parte il
“trattamento” riservato ai figli? «Il governo sa perfettamente cosa ho
fatto», dice Sutz. «Ho ricevuto visite da ogni parte del mondo, sul mio
sito, incluse Ginevra e Zurigo. Sono stato fermato dalla polizia
innumerevoli volte, prima e dopo il mio ruolo nelle denuncia della frode
elettorale che vede coinvolta la Svizzera». Non mollano, gli svizzeri:
«I servizi sociali non mi fanno parlare con i miei figli, e ci sono
stati numerosi attacchi nei confronti di persone che mi sono vicine».
Esempio: «Una mia cara amica in Arizona è stata aggredita fisicamente
tre settimane fa circa. L’ufficio elettorale di Josh Barnett, il
candidato al Congresso per l’Arizona che ha chiesto il rilascio
immediato e incondizionato dei miei figli al presidente svizzero
Simonetta Sommaruga, è stato messo a soqquadro e trafugato». Cosa
pensare? «Non so se il governo svizzero sia coinvolto, ma credo che le
persone che vogliono coprire il caso dei miei
figli siano le stesse che hanno fatto irruzione nell’ufficio di
Barnett. Le persone che ho denunciato sono coinvolte in un giro di
pedofilia, pornografia infantile e traffico di bambini. Sono tra i
leader dei Mormoni».
E la politica
elvetica? Qualche partito svizzero ha mostrato interesse per il suo
caso? «Un partito conservatore mi ha contattato e mi ha chiesto più
informazioni sul sistema di voto elettronico in Svizzera». Tra
parentesi, ricorda Sacchetti, gli Usa
hanno messo la Svizzera nella lista dei paesi manipolatori di valuta:
sa, Sutz, se questa decisione è legata allo scandalo della frode
elettorale? «Non posso dirlo con certezza, ma se si guarda a quella
lista è molto corta. Ci sono solo Cina e Vietnam. Non credo comunque che
tutto questo sia una mera coincidenza». Neal Sutz spera ancora che
Donald Trump possa vincere, anche sul piano legale davanti alla Corte
Suprema e nei tribunali statali. «Spero davvero che la verità possa
trionfare», dice. «Il mondo ha bisogno di un cambiamento per il meglio.
Siamo nel mezzo di una battaglia spirituale e sta a noi decidere se
siamo disposti o meno ad agire per il bene, perché mi sembra chiaro che
coloro che hanno scelto il male non hanno alcuna intenzione di
fermarsi».