Il vero inquinamento è quello ideologico
GWN –
Abbiamo sempre deplorato l’inquinamento quello vero. Vi è poi
l’inquinamento che scaturisce da menti ideologizzate, scevro da
ogni principio di realtà, fedele al motto leninista: “Se la realtà
non è conforme al mio modo di pensare, tanto peggio per la realtà”.
Nonostante i fatti li smentiscano, certi paladini della natura
continuano a sostenere che “l’uomo è il responsabile primo del
riscaldamento globale”, inquinando in questo modo il dibattito
culturale, come ci racconta Franco Battaglia in un articolo
pubblicato da Il Giornale.
«Riprendiamo
la chiacchierata da dove la lasciammo l’ultima volta, quando
concludemmo che i potenti del mondo potrebbero prendere a modello il
presidente del Consiglio italiano, il quale, senza pretendere di
salvare l’intero pianeta (e men che meno i pinguini), ha salvato
Napoli dai rifiuti e sta salvando L’Aquila dalle ferite del
terremoto 1. Sentimmo il dovere di manifestare l’auspicio
e sentiamo il dovere di ribadirlo perché che quei potenti stiano
invece sprecando tutte le loro energie per deluderci è più che un
sospetto. Ho scritto deluderci ma dovete leggere fregarci; una
fregatura che ha grotteschi risvolti che sarebbero comici se non
fossero tragici. È da una generazione che migliaia di sfaccendati
delegati dai governi di ogni angolo del pianeta si danno convegno,
con cadenza annuale, una volta a Rio, un’altra a Bali, un’altra
ancora a Vattelappesca, per recitare la stessa litania, una specie di
mantra, probabilmente: dobbiamo agire, e subito, e ridurre le
emissioni mondiali di CO2. Il primo elemento grottesco è
che se questi sfaccendati, parassiti dipinti di verde, se ne stessero
tutti a casa, eviterebbero di emettere essi stessi una quota
consistente di CO2. Perché, diciamo la verità, anche se
noi non siamo di quelli che temono il gas-serra, troviamo
insopportabile quando viene emesso inutilmente. E che siano inutili
queste riunioni planetarie non è un’opinione ma un fatto: il
protocollo di Kyoto è un mostro che fu ideato nel 1992, concepito
nel 1997 e sbroccolato con forza di legge nel 2003, ma le emissioni
di CO2 sono aumentate senza sosta, anche in quei Paesi che
quel mostro partorirono. Il che mi conduce al secondo elemento
grottesco: la faccia di bronzo degli sfaccendati-parassiti, i quali
farneticano rilanciando sul dopo-Kyoto a fronte di un Kyoto che è
stato un colossale fallimento - e non poteva essere diversamente,
come pronosticammo su queste pagine nel 2001.
Nel
gioco del poker, rilanciare con nulla in mano si chiama bluffare, e
colossale bluff è tutta la faccenda del clima. Ma fuori dal poker il
bluff è parente stretto della fregatura, che nel caso specifico
consiste di quanto segue. Abbindolare tutti noi e, con la forza della
legge e in nome della salvezza dei nostri figli (o dei pinguini, se
non abbiamo figli), obbligarci a impegnare il denaro delle nostre
tasse per l’installazione di impianti eolici e fotovoltaici (Fv),
che sono quanto di più dannoso, prima che inutile, ci sia per
produrre energia elettrica. Non è un caso, infatti, che essi
contribuiscono
per lo
0,5% (l’eolico) e per lo 0,001% (il Fv) alla produzione elettrica
mondiale; ed è importante rendersi conto che così sarebbe anche se
quegli impianti fossero gratis.
Ma
gratis non sono, ed è qui la fregatura: per esempio, se per un
impianto turbogas che produce energia elettrica utile dovremmo
impegnare mezzo miliardo di euro, per uno equipollente Fv dovremmo
impegnare 60 miliardi e l’energia elettrica che esso produce è
inutile.
Capite
bene, allora, com’è che è da una generazione che quegli
sfaccendati-parassiti, come api sul miele, ronzano da Rio a Bali a
Vattelappesca, senza darsi pace e senza rassegnarsi all’evidenza
che il loro problema non ha soluzione».
Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2009