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La sovversione all'interno della Chiesa: Da un memorandum di Henry Kissinger al presidente Nixon



19 luglio 2021
La sovversione all'interno della Chiesa: Da un memorandum di Henry Kissinger al presidente Nixon

Kissinger nel 1970, allora Segretario di Stato e Consigliere per la Sicurezza Nazionale, riceve un documento da David Rockfeller (di cui ha sposato la segretaria personale, Nancy).

Sono loro che hanno lavorato per creare le frazioni comunismo e anticomunismo all’interno della Chiesa? Sono loro che, usando delle frange pseudo tradizionaliste/latifondiste e la teologia della liberazione, hanno favorito lo scenario destra sinistra all’interno della Chiesa cattolica in America latina?

Sono solo domande che sorgono leggendo questo memorandum di Henry Kissinger, allora Segretario di Stato e consigliere per la sicurezza nazionale...

e successivamente il Deep State che ha finanziato apertamente la primavera nella Chiesa portando agli sviluppi nella situazione attuale?

È utile ricordare come Kissinger in opposizione alla Chiesa Cattolica e alla sua tradizione, nel 1974 scrisse un altro Memorandum NSSM 200, per la riduzione della popolazione.


*** *** ***



Pubblicato su Rivista telematica (www.statoechiese.it) febbraio 2010 ISSN 1971-8543


di Alice Arduini


Lotta alla sovversione all’interno della Chiesa Cattolica: il piano del “Sint Unum”.

Da un memorandum di Henry Kissinger al presidente Nixon*


Nei primi mesi del 1970 un dossier preparato dall’organizzazione clandestina “Sint Unum11” fu tradotto dal francese all’inglese dalla Central Intelligence Agency (CIA) e venne inoltrato dal Consigliere per la sicurezza nazionale Henry Kissinger al presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, in allegato a un memorandum intitolato “Studio sulla sovversione nella Chiesa Cattolica”. Per meglio valutare l’importanza del documento, è opportuno fornire alcune coordinate indispensabili per comprendere le ragioni dell’arrivo del dossier ai vertici dell’amministrazione americana e le conseguenze che ne derivarono. Una prima coordinata è costituita dall’andamento delle relazioni tra gli Stati Uniti e la Santa Sede, che proprio all’inizio degli anni Settanta attraversarono un momento di svolta2. L’intenzione del presidente di superare la tradizione, ormai consolidata, di non intrattenere relazioni diplomatiche con la Santa Sede era infatti divenuta sempre più chiara a partire dal suo primo viaggio in Europa, in particolare ai primi del marzo 1969, in occasione del primo incontro di Nixon con Paolo VI. È utile ricordare, a questo proposito, un significativo fallimento nella creazione di relazioni ufficiali tra i due Stati, avvenuto durante l’amministrazione Truman, che aveva scoraggiato ogni intento di riavvicinamento futuro tra Stati Uniti e Vaticano. Nel 1950, Myron C. Taylor dette le dimissioni per motivi di salute dalla carica di “Rappresentante speciale del Presidente degli Stati Uniti d’America



Il contributo è stato segnalato dal Prof. Francesco Margiotta Broglio.

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presso Sua Santità Pio XII”. Fortemente voluta da Roosevelt, poi confermata da Truman, la sua nomina aveva provocato numerose proteste basate sull’incostituzionalità del provvedimento, ritenuto contrario al principio di separazione tra Stato e Chiesa3. Il presidente Truman accettò le dimissioni di Taylor, ma non rinunciò ad avvalersi della sua collaborazione. Il 20 ottobre 1951 Truman propose la nomina del generale Mark Clark, come ambasciatore presso il Vaticano, iniziativa che maturava dopo un lungo periodo di rappresentanza diplomatica non ufficiale: infatti, l’ultimo ambasciatore statunitense aveva lasciato l’incarico nel 1870. La nomina del presidente, tuttavia, per essere effettiva doveva ottenere la conferma da parte del Senato. Nel paese si sollevò immediatamente una forte opposizione, molto più aspra di quanto
Truman avesse immaginato. L’anti-cattolicesimo, ancora vivo in
America, ebbe un ruolo chiave nella protesta, risvegliando un
sentimento di rifiuto al provvedimento presidenziale, che andò diffondendosi a macchia d’olio in tutto il paese, fino a porsi al centro del dibattito politico. Il clima teso, di forte opposizione, fu un fattore rilevante della scelta del presidente, presa di concerto con il generale Clark, di abbandonare il progetto e di interrompere i negoziati sulla questione. Da allora non ci furono ulteriori tentativi da parte dall’amministrazione Truman di istituire una rappresentanza




statunitense in Vaticano. Dopo Eisenhower, anche John Kennedy4, nonostante fosse di fede cattolica, mostrò la sua ferma opposizione a una diplomazia formale o informale presso la Santa Sede e questa strada fu seguita anche dal suo successore, Lyndon Johnson. Il presidente Nixon tentò invece di riallacciare le relazioni con la Santa Sede, seppur in maniera informale. Il 5 febbraio 1969, con una nota, informò Kissinger della sua intenzione di nominare un proprio “Rappresentante speciale in Vaticano”. Il giorno successivo, dopo aver commissionato uno studio sulla questione ai suoi più stretti collaboratori, Kissinger rispose al presidente manifestando tutti i suoi dubbi: Io non ho fatto sondaggi in Campidoglio, ma stimo che l’opposizione al Congresso su questo punto potrebbe essere ancora forte. Al momento stiamo scambiando informazioni e opinioni con il Vaticano, sia a Roma, dove un funzionario dell’ambasciata americana mantiene i contatti con il Segretariato vaticano, sia a Washington, attraverso la delegazione apostolica. Entrambi, noi e il Vaticano, consideriamo questi canali adeguati per soddisfare i nostri bisogni reciproci5.Nello stesso memorandum, con una nota a penna, il presidente ribadiva con fermezza: “Ho definitivamente deciso di andare avanti sulla questione, dopo il mio ritorno dal viaggio in Europa”6. In una conferenza stampa, due giorni dopo la visita al Papa avvenuta il 2 marzo 1969, un giornalista chiese al presidente: “In base alle Sue conversazioni con Papa Paolo VI, ritiene vi sia qualche possibilità che gli Stati Uniti mandino un inviato in Vaticano come Rappresentante permanente?”. Nixon rispose:

La possibilità è stata presa in considerazione dal Dipartimento di Stato e da me, perché siamo stati chiamati in questione sul fatto che dovremmo avere una più stretta collaborazione e consultazione con il Vaticano. Io, per esempio, ho trovato la mia conversazione con Papa Paolo VI estremamente d’aiuto. [...] Voglio che questa linea di comunicazione si mantenga nel tempo. Non ho ancora deciso se possa essere mantenuta aperta basandoci sui canali che sono attualmente disponibili. La questione è ancora oggetto di studio”7. Le proteste non tardarono ad arrivare: la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato furono sommersi dai più svariati messaggi di opposizione alla scelta presidenziale, al punto tale che venne redatto un modello standard di risposta alle innumerevoli lettere8. Il livello delle contestazioni non sembrò diminuire al punto che, a fine aprile 1969, Nixon fu costretto a rivedere i suoi progetti, abbandonando l’ipotesi dell’istituzione di un rappresentante speciale e dedicando i mesi successivi a impostare altrimenti il dialogo con la Santa Sede. In una conferenza stampa, fu posta nuovamente una domanda concernente la questione della rappresentanza in Vaticano. Nixon ribadì le stesse idee espresse al rientro dal viaggio in Europa, ma affermò di essere giunto a una conclusione: “Dopo aver esaminato la questione accuratamente, ho stabilito canali di comunicazione attraverso visite di alto livello da parte di funzionari del Gabinetto”9. Il presidente decise di mandare in missione dal Papa due ministri, quello del Lavoro George Shultz, poi segretario di Stato durante l’amministrazione Reagan, e quello dei trasporti John A. Volpe, futuro

ambasciatore statunitense in Italia, nonché numerosi alti funzionari della Casa Bianca10. A partire dagli ultimi mesi del 1969, però, la situazione mutò rapidamente, tanto da spingere il presidente Nixon a cambiare di nuovo i suoi piani, riaccreditando l’ipotesi di istituire un rappresentante speciale presso la Santa Sede. La decisione si consolidò nel maggio 1970, quando Kissinger comunicò ufficialmente che Henry Cabot Lodge avrebbe iniziato la sua missione in qualità di: “Rappresentante speciale del Presidente USA presso Sua Santità Paolo VI”. Nel periodo compreso tra il dicembre 1969 e il maggio 1970 si verificarono quindi delle circostanze tali da determinare un interesse crescente dell’amministrazione statunitense per un avvicinamento al Vaticano, attraverso un vero e proprio cambiamento di rotta nella scelta dei canali diplomatici. In questo segmento temporale si concatenarono però una serie di eventi che complicarono i rapporti tra gli Stati Uniti e la Santa Sede. Il primo di questi eventi fu il sospetto di un mutamento in corso nelle relazioni fra la Santa Sede e l’Unione Sovietica. A tal proposito, il 1° dicembre 1969, John R. Brown III, assistente del presidente alla Casa Bianca, scrisse un memorandum a Kissinger per informarlo che Robert Murphy, diplomatico statunitense, aveva inviato un rapporto al presidente. In occasione di un viaggio a Roma, Murphy scriveva di essere stato informato da una fonte attendibile che Paolo VI si accingeva a consolidare relazioni diplomatiche con l’Unione Sovietica11. Brown precisava:


Secondo Murphy, se la notizia si dimostrasse ben fondata e l’Unione Sovietica stabilisse una missione diplomatica presso il Vaticano, alcuni degli americani che si opposero all’idea da noi proposta (di inviare un rappresentante speciale alla Santa Sede), potrebbero avere dei ripensamenti al riguardo. Letto questo messaggio (di Murphy), il presidente si è chiesto se non sia il caso di riesaminare le decisioni prese in passato e vorrebbe il Suo

parere in merito 12 .


Kissinger reagì con un ampio memorandum, offrendo a Nixon

un’analisi delle relazioni internazionali della Santa Sede, soffermandosi

sulla scelta compiuta dal Canada nello stesso anno, sulla spinta del

primo ministro Trudeau, di consolidare le relazioni formali don il

Vaticano. L’analisi di Kissinger si spostò poi sulla situazione

dell’Europa orientale, dove le relazioni diplomatiche del Vaticano non

avevano subito grandi mutamenti. Nella seconda parte del

memorandum Kissinger arrivò al nodo della questione e si pronunciò

sugli sviluppi delle relazioni statunitensi con la Santa Sede. La sua

cautela era ancora evidente, ma in questa circostanza Kissinger cambiò

orientamento rispetto al passato, dimostrandosi favorevole all’invio di

una rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede e spiegandone le

ragioni nei particolari:


I recenti e utili commenti del Papa sul Vietnam e il suo sforzo di

assistenza in Biafra e nel Medio Oriente (il ministro degli Esteri

israeliano fece appello al Papa il 6 ottobre) sono significativi.

Nonostante non sia nella posizione di giudicare gli atteggiamenti

nazionali, correnti o potenziali, non vedo alcuna ragione di politica

estera per non intrattenere relazioni diplomatiche e parecchie

ragioni per cui dovremmo invece averle. Io penso che l’accordo

che Lei ha discusso con Lodge sia adatto a questo proposito 13.

Un altro sviluppo significativo si verificò poco dopo. Nel gennaio

1970, Thomas Patrick Melady, diplomatico statunitense e futuro

ambasciatore presso il Vaticano durante l’amministrazione Reagan,

inviò a Kissinger un memorandum nel quale si riportavano voci sulla

presunta intenzione di Paolo VI di accettare l’invito a recarsi a

Hiroshima in occasione del venticinquesimo anniversario dei

bombardamenti. Kissinger scrisse al suo collaboratore Peter Flanigan:

Trovo piuttosto difficile da credere che Papa Paolo VI possa

permettersi di essere coinvolto in un evento così squisitamente

politico come la celebrazione del venticinquesimo anniversario di

Hiroshima. Comunque, Melady dovrebbe sapere il fatto suo sulla questione e sono d’accordo con lui che la visita sarebbe molto

spiacevole, sia per noi, sia per i moderati in Giappone14.


Proprio in quel periodo, un ultimo elemento si aggiunse agli altri

due nel determinare un clima di tensione tra Stati Uniti e Vaticano: si

trattava per l’appunto del timore di un piano di sovversione all’interno

della Chiesa Cattolica, oggetto di questo contributo. I membri

dell’organizzazione cattolica clandestina “Sint Unum”, nata

nell’immediato secondo dopoguerra, e della sua affiliata, la

Commission pour l’Église persecutée” del 1955, prepararono uno

studio nel quale cercavano di dimostrare come la Chiesa fosse soggetta

a un’opera di sovversione comunista. Il rapporto raggiunse il governo

americano tramite David Rockefeller 15, che lo consegnò direttamente a

Kissinger, il quale si incaricò di informare di persona il presidente

Nixon sulla questione.

L’organizzazione del “Sint Unum”, costituita inizialmente da

laici francesi e tedeschi, si era poi allargata a cittadini di altre

nazionalità, legati dall’appartenenza al partito cristiano-democratico del

paese di provenienza. Il presidente e principale finanziatore

dell’organizzazione era l’imprenditore italiano Carlo Pesenti 16 , a capo

di molte aziende italiane, tra cui la Lancia automobili e Italcementi.

Il contenuto del dossier, redatto in francese e poi tradotto in

inglese per il governo americano dalla CIA, riguardava due tipi di

infiltrazioni all’interno della Chiesa: una sovversione progressista e una

sovversione modernista. La prima era avvenuta, secondo il documento,

per opera di “Pax”, un gruppo di azione clandestino nato in Polonia e

incentrato sull’asse Varsavia-Parigi-Messico, il cui principale canale di

propaganda era la pubblicazione bimestrale delle “Informations

Catholiques Internationales”. La seconda aveva come fine ultimo la

democratizzazione della Chiesa cattolica, affinché la sua morale fosse

meno austera, la sua disciplina meno esigente e i suoi dogmi meno

monolitici. Il movimento era nato nei Paesi Bassi a partire dalla

gerarchia ecclesiastica e si era sviluppato attraverso il centro

d’informazione IDOC 17 , lungo l’asse Utrecht-Parigi-Messico.

La sovversione nella Chiesa, secondo il dossier, aveva seguito

dapprima una fase “discendente”, di natura soprattutto intellettuale e

teorica, con la diffusione di lavori di impostazione scientifica, intesi a

rendere appetibili certe idee socialiste e rivoluzionarie. Al termine della

prima fase ne era iniziata una seconda, definita “ascendente”, di natura

pratica e direttamente rivoluzionaria. Una volta diffusa la rivoluzione

intellettuale negli spiriti dei teologi, dei docenti dei grandi seminari, dei

movimenti cattolici e di un certo numero di vescovi, vi sarebbero state

le basi per dar vita a una vera agitazione rivoluzionaria dal basso.

Il documento del “Sint Unum”, oltre a far emergere un quadro di

infiltrazioni all’interno della Chiesa, in una seconda parte proponeva un

piano per contrastarlo con gli stessi strumenti di diffusione e

propaganda, naturalmente per fini opposti. In particolare, prevedeva la

medesima tipologia di pubblicazioni: una lettera mensile dal titolo

Notizie religiose da Roma”, pensata principalmente per i vescovi; un

bollettino bimestrale da stampare a Parigi, con un ruolo analogo alle

Informations Catholiques Internationales”; e infine, una rivista

scientifica, pubblicata in Canada a Montreal. In una terza parte del

dossier si riportavano in dettaglio i costi di ciascuna pubblicazione e

l’ammontare totale del piano su cinque anni: quasi 74 milioni di franchi

francesi, pari a circa 13,4 milioni di dollari americani.

Nel suo memorandum, Kissinger informò il presidente

dell’ipotesi di sovversione all’interno della Chiesa e allegò due

documenti preparati dalla CIA: la traduzione inglese del dossier

originale e le informazioni sul “Sint Unum”. Se ne riporta qui una

traduzione in italiano, come anticipazione rispetto a future indagini

archivistiche: ancora, infatti, non sono disponibili interpretazioni certe

sugli sviluppi che ne seguirono. Il piano fu poi portato a termine? E vi

fu poi un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella questione?


Memorandum per il Presidente 1818


Da: Henry Kissinger


Oggetto: Studio sulla sovversione comunista nella Chiesa Cattolica


David Rockefeller mi ha recentemente consegnato un

documento, ricevuto da amici, riguardante la sovversione

comunista nella Chiesa Cattolica. Il documento è stato scritto

apparentemente da un membro, o più membri, di un gruppo

cattolico clandestino, chiamato “Sint Unum”, che comprende

principalmente laici cattolici francesi e tedeschi. Una traduzione

inglese del documento (l’originale è in francese), preparata dalla

CIA, è allegata alla tabella A19 .Un riassunto delle informazioni

disponibili sul “Sint Unum” e sull’affiliata “Commission pour l’Église Persécutée”, è allegato alla tabella B.

Lo studio in questione, che sembra presentarsi come

un’analisi della sovversione nella Chiesa in America Latina, è in

realtà un trattato sulla sovversione all’interno della Chiesa nella

sua interezza. Il documento propone anche un piano d’azione per

combattere la sovversione comunista e ne stima il costo in circa

13,4 milioni di dollari, distribuiti nell’arco di cinque anni. Il

documento mi è stato sottoposto per accertare l’eventualità che il

Governo americano possa avere qualche interesse a contribuire al

finanziamento della campagna.

Sommario

Lo studio afferma che la Chiesa è sottoposta all’attacco di due tipi di

forze:

(a) “Sovversione progressista”, di origine comunista: sovversione

in senso convenzionale, cioè infiltrazione per fini politici, iniziata in

Polonia attraverso un gruppo d’azione comunista clandestino, “Pax”, il

quale ha concentrato negli ultimi anni i suoi sforzi in Francia. La

principale attività è la diffusione di informazioni attraverso una

pubblicazione chiamata “Informations Catholiques Internationales”,

che cerca di infiltrare e influenzare il clero.


(b) “Sovversione modernista”: il compendio di idee filosofiche e

concetti elaborati da quei teologi e da quelle personalità del clero che

desiderano ottenere un “ampio ecumenismo cristiano” e la

democratizzazione della Chiesa, con un dogma meno monolitico e una

moralità meno austera. Il centro più potente del modernismo è la

gerarchia olandese; le idee moderniste sono diffuse tramite le

pubblicazioni di un’organizzazione inizialmente istituita dalla

gerarchia olandese, l’IDOC.

La tesi alla base dello studio, brevemente, è che i comunisti

utilizzano tendenze più liberali a favore dei propri fini e che il

modernismo nella Chiesa sia diventato uno strumento della

sovversione comunista o progressista. Ciò è accaduto perché i

comunisti sanno come infiltrarsi senza essere scoperti, poiché un gran

numero di intellettuali e sacerdoti esprimono la volontà di lavorare con

i comunisti, dati i loro concetti di tolleranza; e alcuni leader religiosi

sono intellettualmente in sintonia con le dottrine economiche del

socialismo.

Tecnicamente, la sovversione è presentata come un’attività

puramente religiosa, con lo scopo di minimizzare reazioni difensive; si

sviluppa in due fasi: una “discendente”, intellettuale e teorica, la quale

crea la “mente” che deve porsi in sintonia con il socialismo, la violenza

e la rivoluzione; e una “ascendente”, nella quale i sacerdoti e i vescovi

stimolano agitazioni per il cambiamento.

La contro-azione proposta

Il documento propone di intraprendere una contro-azione ispirata a un

programma a immagine e somiglianza di quello “sovversivo”. Il piano

intende utilizzare un “approfondimento dottrinale”, cioè idee e concetti

tali da contrastare il modernismo e l’utilizzo di pubblicazioni e

documenti incentrati su questo fine. Tatticamente, il piano propone di

avvalersi dei “tradizionalisti”, ma evitando di essere identificati con

questi; di sviluppare una contro-azione “sulla stessa lunghezza d’onda”

del Concilio Vaticano II; e di puntare specialmente a diffondere le idee

nella gerarchia [ecclesiastica] e nei seminari, tra studenti e catechisti.

Il documento propone tre pubblicazioni: una lettera mensile

contenente novità religiose da Roma, un bollettino stampato a Parigi e

una rassegna di studi teologici da preparare a Montreal. Il piano

propone anche l’elaborazione di dieci editoriali e documenti da


distribuire su scala mondiale e di otto azioni/informazioni destinate

solo all’America Latina per diffondervi insegnamenti dottrinali.

Il costo totale è stimato a 74 milioni di franchi, per un periodo di cinque

anni (13,4 milioni di dollari americani).

Valutazione

Lo studio è più un’interpretazione che un’analisi basata sui fatti,

sebbene molto di quello che vi si afferma sia, probabilmente, vero. La

questione centrale per noi, comunque, è se il Governo americano debba

essere coinvolto nel tipo di azione proposto. Noi siamo stati, in effetti,

invitati ad aiutare finanziariamente i movimenti teologici e ideologici

all’interno della Chiesa.

La mia sensazione è che sia troppo rischioso per gli Stati Uniti il

coinvolgimento nel finanziamento di una contro-azione all’interno della

Chiesa e credo che dovremmo evitarlo.

[...]

Allegato B: Il Sint Unum

Il Sint Unum, descritto da uno dei suoi fondatori come una

organizzazione cattolica clandestina, i cui propositi sono di

opposizione al comunismo e di sostegno ai principi di Cristianità”, è

nato nell’immediato dopoguerra, quando l’Europa stava riemergendo

dal caos creato dal secondo conflitto mondiale. L’ex Primo ministro

francese Robert Schuman e il Cancelliere tedesco Konrad Adenauer

trovarono un legame comune nel loro desiderio di prevenire futuri

fraintendimenti e ostilità tra la Germania e la Francia. Sotto il loro

incoraggiamento, un piccolo gruppo di cittadini di rilievo dei due paesi

avviò una serie di discussioni private e attività dalle quali è emersa la

presente organizzazione. Costituita dapprima esclusivamente da

francesi e tedeschi, l’organizzazione si è poi allargata a cittadini di altri

paesi, membri o simpatizzanti dei rispettivi partiti cristiano-

democratici.

Il gruppo si incontra periodicamente in sessioni di discussione

formali, dedicate a una varietà di soggetti: il declino della Chiesa

nell’età moderna, l’uomo moderno e la morale, i valori morali tra gli

scienziati, ecc. Il gruppo ha offerto, per inciso, ad alcuni dei suoi

membri utili contatti internazionali d’affari.

Secondo informazioni recenti, il Presidente del Sint Unum e il suo

principale finanziatore è Carlo Pesenti, un ricco imprenditore italiano e


banchiere. La fortuna di Pesenti è derivata dal suo interesse per

l’industria del cemento in Italia. Egli diventò successivamente il

proprietario di un grande numero di banche e della compagnia

automobilistica Lancia. La Lancia diventò un grande canale finanziario

con un capitale di 70 milioni di dollari e sviluppò posizioni

filoamericane o, comunque, fortemente sensibili al richiamo degli Stati

Uniti. Per quanto si sappia, Pesenti non è attivo in politica.

Un progetto corrente del Sint Unum è la fondazione di un nuovo

periodico internazionale e bisettimanale, il quale sarà pubblicato dal

Journal de Genève”, un quotidiano conservatore svizzero. Il Sint

Unum userà questa pubblicazione come una vetrina per articoli che

esprimano i punti di vista del gruppo. Pesenti ha contribuito con un

milione di dollari al lancio del giornale, che sarà distribuito

gratuitamente alle organizzazioni, ai centri intellettuali, alle librerie e

agli individui più influenti. Il Sint Unum spera che Axel Springer, il

magnate della stampa nella Germania orientale, e l’ex ministro tedesco

Franz Josef Strauss accetteranno di partecipare attivamente a questa

nuova pubblicazione.

Il gruppo ha anche pianificato la creazione una scheda

comprendente tutti gli scrittori antisocialisti, i giornalisti, ecc., la quale

sarà ordinata per articoli e materiale giornalistico.

La vittoria socialista in Germania e il rafforzamento dell’Opus Dei in

Spagna hanno creato alcuni problemi al Sint Unum, sfociati nella

recente cancellazione di un incontro programmato da tempo. Il gruppo

sperava di invitarvi alcuni personaggi di rilievo del governo francese

ma, secondo alcune informazioni giunte al Sint Unum, il Cancelliere

tedesco Willy Brandt e il Presidente francese Georges Pompidou erano

in disaccordo su alcune questioni fondamentali.

I funzionari francesi, quindi, hanno ritenuto inappropriata la

partecipazione a un incontro con alcuni avversari della linea Brandt,

come Strauss. Era anche invitato José Solís Ruiz, già a capo del

sindacato spagnolo e nemico dell’Opus Dei. Il rimpasto del governo

spagnolo, risultato del rafforzamento degli elementi dell’Opus Dei e

dell’indebolimento di Solís e dei suoi associati, è stato un altro fattore

che ha portato alla cancellazione dell’incontro. Il ministro

dell’Informazione e del Turismo nel nuovo Gabinetto spagnolo, Alfredo

Sánchez Bella, è un amico di lunga data di Jean Violet e potrebbe essere

invitato a legarsi al Sint Unum nel futuro.

I prossimi incontri del Sint Unum si terranno a Parigi in marzo e a Rio

de Janeiro in luglio.

Jean Violet, un avvocato francese, è descritto nel gruppo come

funzionario esecutivo” e riceve un salario da Pesenti per la sua attività

all’interno del Sint Unum. Violet dovrebbe visitare il nostro paese nel

prossimo futuro per partecipare alla preparazione della visita del

presidente Pompidou negli Stati Uniti in marzo. È nato in Francia il 20

maggio 1912, a Saint-Benin-d’Azy (Nièvre); accreditato nel 1952 come

corrispondente alle Nazioni Unite, ha lavorato per l’Agenzia di stampa

cattolica a Friburgo, in Svizzera. Il suo periodo di accreditamento durò

dal dicembre 1952 al 14 marzo 1953. È affiliato ad alcune organizzazioni

giuridiche internazionali ed è specializzato in diritto internazionale.

Violet non è mai stato attivo apertamente nella politica francese, ma è

sempre rimasto vicino ad Antoine Pinay come consulente politico. Oltre

alle relazioni con altri membri del Sint Unum, Violet conta su

importanti contatti negli Stati Uniti, come quelli con George Meany e

con il generale Gruenther. A metà degli anni Cinquanta, Violet è stato

anche in contatto con i direttori dei servizi d’intelligence francese e

tedesco, dai quali egli spera di ottenere aiuto finanziario e sostegno ad

alcuni programmi dell’organizzazione.


La Commission pour l’Église Persécutée


Nel 1955 la “Commission pour l’Église Persécutée” aveva il suo

quartiere generale a Friburgo, in Svizzera, ed era guidata da un ex

agente dei servizi segreti. La Commissione era molto legata al Sint

Unum e aveva contatti con le autorità ecclesiastiche, con i centri di

rifugiati cattolici nell’Europa orientale e con i diplomatici cattolici

occidentali in missione nell’Europa dell’Est. La Commissione ha anche

dichiarato di godere di “discrete” connessioni con i cattolici che vivono

nei paesi comunisti e con le organizzazioni cattoliche che forniscono

dati di intelligence dall’Est europeo. La Commissione ha cercato in

un’occasione contatti diretti con questa Agenzia per ricevere appoggi

per le sue attività d’intelligence. In quel periodo, tuttavia, l’Agenzia ha

avuto accesso indiretto ai cosiddetti rapporti della “Commissione” e li

ha trovati erronei o a un livello molto basso d’intelligence, quindi di

scarso interesse. Non abbiamo quindi manifestato accordo per l’avvio

dei contatti richiesti. Jean Violet, il segretario-organizzatore del Sint

Unum, è stato il punto di contatto tra l’organizzazione e la

Commissione.

1)L’organizzazione “Sint Unum” si formò nei primi anni Cinquanta e venne descritta da uno dei suoi fondatori come una “organizzazione cattolica clandestina, i cui propositi sono di opposizione al comunismo e di sostegno aiprincipi di Cristianità”: v. infra, all. B.



2)Per un quadro storico delle relazioni tra Stati Uniti e Santa Sede cfr. E. DI NOLFO, Vaticano e Stati Uniti, 1939-1952: dalle carte di Myron C. Taylor, Milano, Franco Angeli ed., 1978, pp. 17-29 e G.P. FOGARTY Sr.,The United States and the Vatican, 1939 –1984, in P.C. KENT,J.F. POLLARD,Papal Diplomacy in the Modern Age, Westport, CT, Greenwood Press, 1994, pp. 222 –231.

3) Il principio di separazione tra Stato e Chiesa negli Stati Uniti è incarnato nel primo emendamento della Costituzione americana, risalente al dicembre 1791, che impedisce al Congresso di promulgare leggi in merito a questioni di natura religiosa: “Congress shall make no law respecting an establishment of religion, or prohibiting the free exercise thereof.” Per un approfondimento sul principio di separazione tra Stato e Chiesa negli Stati Uniti: cfr. F. ONIDA: Uguaglianza e libertà religiosa nel separatismo statunitense, Giuffré, Milano,, 1970 e dello stesso autore:Separatismo e libertà religiosa negli Stati Uniti. Dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, Giuffré, Milano,ed., 1984, G.V. BRADLEY, Church-State Relationships in America, Greenwood Press, Westport, CT, 1987 e P. HAMBURGER,“Separation of Church and State”, Harvard University Press, Cambridge, MA, 2002. Sulla nomina da parte del presidente Roosevelt: G.Q. FLYNN, Franklin Roosevelt and the Vatican: The Myron Taylor Appointment, The Catholic Historical Review, vol. 58, n. 2, Washington, DC, luglio 1972, p. 171 e ss. “La missione speciale aveva anche un vincolo sugli obiettivi, ossia aveva un “compito pubblicamente definito in termini riduttivi, cioè occuparsi del problema dei rifugiati europei”: E. DI NOLFO, Vaticano e Stati Uniti, 1939-1952: dalle carte di Myron C. Taylor, op.cit., p. 17. Sulla natura delle proteste generate dalla nomina: cfr. R.I. GANNON Sr., The Cardinal Spellmann Story, Doubleday, Garden City, NY, 1962, pp. 166–168, e G.Q. FLYNN, Roosevelt and Romanism. Catholics and American Diplomacy, 1937–1945, Greenwood Press, Westport, CT, 1976, pp. 111-114.


4)Thomas Patrick Melady, diplomatico statunitense e ambasciatore presso la Santa Sede quasi vent’anni dopo, citò nelle sue memorie un intervento di Kennedy al Senato statunitense, nel corso del quale il presidente aveva manifestato disapprovazione nei confronti dell’ipotesi di istituire un corpo diplomatico presso il Vaticano: “Credo che la separazione della Chiesa e dello Stato sia fondamentale nella nostra concezione americana, e che tale dovrebbe rimanere. Mi dichiaro categoricamente contrario alla nomina di un Ambasciatore in Vaticano. Possibili vantaggi, e nemmeno sono convinto ve ne siano, non andranno certo a controbilanciare gli effetti di discordia a livello interno”, T.P. MELADY, The United States and the Vatican World Affairs, Our Sunday Visitor, Huntington, Indiana, 1994, p. 51.

5)United States National Archives at College Park, MD (d’ora in poi, NA), Nixon Presidential Material (NMP), Files of the National Security Council (FNSC), Nixon Administration, 1968–1975,Country Files (CF), box 732: Vatican (thru May 1970, vol. I, to Vatican 1972-74, vol. II), memorandum (memo), Henry Kissinger a Richard Nixon, Washington, DC, 6.2.1969, confidential.

6)Ibidem.

7)Il testo della conferenza stampa del 4 marzo 1969 è disponibile al sito internet: “The American Presidency Project”, con riferimento al primo viaggio del presidente Nixon in Europa: http://www.presidency.ucsb.edu/ws/index.php?pid=2444.

8)NA, NMP, FNSC, Nixon Administration, 1968 –1975,CF, Box 732, mem., Helmut Sonnenfeldt a Henry Kissinger, Washington, DC, 7.3.1969. Il contenuto della lettera standard è il seguente: “ [...] I vari modi attraverso cui possa essere mantenuta una linea di comunicazione (n.d.r.con la Santa Sede) sono tuttora oggetto di studio. Il presidente, nel prendere la sua decisione finale, assicura che darà pieno peso [...] anche a quei suggerimenti giunti fuori dalle istituzioni governative, dai cittadini che si sono interessati alla questione”.


9)NA, NMP, FNSC, Nixon Administration, 1968–1975,CF, box 732, memo, Helmut Sonnenfeldt a Henry Kissinger, Washington, DC, 1.7.1969. sensitive. Il testo della conferenza stampa è riportato nel documento di preparazione dell’incontro di Kissinger con il Delegato apostolico della Santa Sede a Washington, Mons. Luigi Raimondi, del luglio 1969.


10)E. CARETTO, Nixon nella bufera per l’alleanza con Paolo VI,inCorriere della Sera, 29 dicembre 2005.


11)NA, NMP, FNSC, Nixon Administration, 1968–1975,CF, box 732, memo, John R. Brown a Henry Kissinger, in copia a Peter Flanigan, Washington, DC, 1.12.1969. Le relazioni formali tra la Russia e il Vaticano sono state consolidate solo recentemente, il 9 dicembre 2009, a livello di Nunziatura apostolica da parte della Santa Sede e di Ambasciata dalla Federazione Russa. Tra i pochi Stati che non hanno attualmente relazioni diplomatiche con il Vaticano figurano la Cina e l’Egitto. Cfr. Relazioni diplomatiche con 178 Stati nel mondo, in L’Osservatore Romano, 12 gennaio 2010.

12) NA, NMP, FNSC, Nixon Administration, 1968–1975, CF, box 732, memo cit.,

Brown a Kissinger.

13NA, NMP, FNSC, Nixon Administration, 1968–1975, CF, box 732, memo, Henry

Kissinger a Richard Nixon, Washington, DC, 18.12.1969, secret.


14NA, NMP, FNSC, Nixon Administration, 1968–1975, CF, box 732, memo, Henry

Kissinger a Peter Flanigan, Washington, DC, 21.1.1970, confidential.


15 David Rockefeller (1915), massone, banchiere statunitense e patriarca della

famiglia Rockefeller, amico personale di Henry Kissinger.

16La famiglia Pesenti di Bergamo è stata una delle più importanti famiglie

imprenditoriali dell’Italia del XX secolo, nota per aver costituito il più grosso impero

cementiero d’Italia. Nel 1865 la famiglia Pesenti era alla guida dell’Italcementi, in

costante ascesa anche durante il fascismo e negli anni della ricostruzione, arrivando a

toccare i quattro miliardi di lire di capitale e con 37 stabilimenti sparsi nella Penisola,

produceva più della metà del cemento italiano. Carlo Pesenti (1907-1984) guidò

l’impresa nel Secondo dopoguerra e attraverso la finanziaria Italmobiliare (una holding

controllata dall’Italcementi stessa) riuscì ad acquisire nuove società e pacchetti

azionari di rilievo. I Pesenti furono proprietari di Lancia automobili, dal 1956 e il 1969,

anno in cui fu assorbita dal gruppo FIAT, di RAS assicurazioni, fino al 1984, del

quotidiano “La Notte” e dell’Istituto Bancario Italiano (IBI). Cfr. F. AMATORI e A.

COLLI, Impresa e Industria in Italia, dall’Unità a oggi, Marsilio Editore, Venezia, 2003,

pp. 293-303 e V. CASTRONOVO, L’industria italiana dall’Ottocento ad oggi, Mondadori,

Milano, 2004, p.94.


17Nel dicembre 1963 i vescovi olandesi sostenevano la creazione a Roma di un

Centro di studi, il DOC, che originariamente pubblicava in olandese. Successivamente

furono preparate traduzioni dei lavori in francese, inglese, tedesco, spagnolo e

italiano. Nel 1965, alla fine del Concilio Vaticano II, il DOC olandese si fuse con un

altro organismo (il CCCC) per dare vita all’IDOC internazionale.

18NA, NMP, FNSC, Nixon Administration, 1968–1975, CF, box 732, memo, Henry

Kissinger a Richard Nixon, s.d., secret. Il documento non reca una data precisa.

Dall’ordine in cui è situato tra le carte, si può ritenere si riferisca a un periodo

compreso tra il 24 febbraio e il 3 marzo 1970.

19L’allegato A non è riportato qui, a causa dell’eccessiva lunghezza del dossier, ma è

disponibile in appendice alla tesi di laurea specialistica discussa dall’autrice a Firenze

nel 2010.


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