Riprendiamo dal sito di Danilo Quinto un articolo molto interessante che commenta le esaltazioni fatte da Repubblica della deriva nichilista della nostra civiltà sempre più incivile.
Danilo Quinto è stato tesoriere del Partito Radicale e stretto collaboratore di Pannella, poi convertitosi è tornato all'ovile cattolico e ha rivelato che: "a New York, dove (Pannella) mi spedì a lavorare per sei mesi. Fu lì che vidi i solidissimi rapporti esistenti fra la Bonino,
frequentatrice con Mario Monti del Gruppo Bilderberg, e lo spregiudicato
finanziere George Soros, il quale nel 1999 prestò un miliardo di lire
ai radicali. E fu lì che lessi il fax inviato da Pannella alla stessa
Bonino quando la fece nominare commissaria europea nel 1994: “Cara
principessa, ora tutti s'inchineranno ai tuoi piedi”» come
rivela qui.
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Hai vinto, Marco! Non c’è alcun bisogno – come sostiene oggi
Francesco Merlo su Repubblica – che “la sinistra
italiana”, a 5 anni dalla tua scomparsa, ti elevi ad “archetipo
italiano della libertà, accanto a Gramsci e a Salvemini, che sono
gli archetipi del pensiero e a Garibaldi, che è l’archetipo
dell’uomo d’azione”.
Avresti sorriso compiaciuto e sornione leggendo queste parole. Non
solo per i nomi citati – Salvemini, va bene, anche se gli preferivi
Ernesto Rossi, ma Gramsci e Garibaldi, proprio no – ma perché tu
consideravi gli esponenti della sinistra italiana dei buoni a
nulla e capaci di tutto. Figuriamoci se da lassù o da
laggiù – dipende dallo stato in cui si trovava la
tua anima prima di esalare l’ultimo respiro e questo solo Dio può
saperlo – ti aspetti qualcosa da loro. Li disprezzavi, in fondo.
Così come disprezzavi tutti i tuoi interlocutori politici, con i
quali avevi rapporti solo per stato di necessità. Preferivi
rivolgerti al fiume carsico – così lo chiamavi – di
questo Paese. Un fiume carsico che comprendeva tutti e
ciascuno: prima, fascisti e comunisti, socialisti e liberali,
repubblicani e socialdemcratici, cattolici e anticlericali,
democristiani ed ecologisti, leghisti e federalisti, che volevi tutti
membri del transpartito che ti eri inventato, così come
avevi immaginato che la parola transnazionale potesse un
giorno divenire di moda, così com’è avvenuto; poi, berlusconiani
e perfino i cinquestelle. Per un momento, non hai forse pensato che
Grillo e Casaleggio potessero essere i tuoi eredi? Hai navigato su
questo fiume – quello di coloro che credevano in altro
che nel potere, come solevi ripetere – per decenni, superando
tutti gli ostacoli e travolgendo letteralmente tutto. Oggi, perfino
Matteo Salvini – incalzato dal potere giudiziario – si
rivolge ai tuoi eredi politici per condurre insieme la campagna
referendaria sulla giustizia, nonostante i suoi duecento parlamentari
(tra deputati e senatori), le migliaia di sindaci, consiglieri
regionali e comunali e le sue strutture territoriali. Anche di questo
avresti sorriso, pensando a quando, nel 1995, eri tu a voler
convincere Umberto Bossi – accompagnato da Giulio Tremonti (io
c’ero e lo ricordo bene) – ad appoggiare i tuoi referendum. Più
tributo di questo!
La tua vera, insuperabile e magnifica vittoria, è stata però
quella che hai conseguito nel e con il mondo cosiddetto cattolico. Me
ne sono accorto negli anni successivi alla mia conversione. In quel
campo non hai vinto. Hai stravinto. Sono molto pochi, oggi, i
cattolici – anche membri della gerarchia ecclesiastica – contrari
alla dissoluzione della famiglia (= divorzio), alla
procreazione responsabile (= uso della pillola
anticoncezionale e aborto), alla morte dolce (= eutanasia) e
a tutte le altre battaglie che hai condotto nel campo dei cosiddetti
diritti civili. Ti sono profondamente grati, perché hai costretto la
Chiesa a rivedere e poi a rinunciare definitivamente a proclamare i
Dogmi e a liberarli da qualunque timore di Dio. Hai condotto i
cattolici, felici e spensierati, nella modernità. Liberi da Dio e
dalle sue leggi. La tua ideologia è penetrata nelle viscere più
profonde di questo Paese in modo irreversibile. Non c’è nulla di
quello che hai seminato che non si sia realizzato. Oggi, nelle città,
ci sono negozi che vendono l’erba legale. A passi da gigante si
procede verso l’antiproibizionismo su tutte le droghe. L’elite
mondialista sta perfino affrontando il tema della bomba
demografica – così la chiamavi sin dagli anni ’70,
diffondendo le analisi del Club di Roma di Aurelio Peccei, che volevi
Presidente del Consiglio – mettendo in atto il disegno di far
decrescere la popolazione mondiale. Come volevi tu, archetipo
italiano della libertà, come dice Merlo.
L’unica cosa che non hai potuto vincere è la morte. Avresti
voluto, perché la temevi, ma non sarebbe stato possibile, perchè
arriva inesorabile per tutti. Anche per coloro che intendono vivere
l’intera loro vita nella libertà, confondendola con la
realizzazione dei propri personali desideri e non nella libertà che
deriva dalla grazia di essere figli di Dio e di cercare, in questa
vita – perché questa è l’unica possibilità che l’uomo ha se
non vuole che la sua anima sia dannata per l’eternità – di
praticare il Bene e rifuggire il Male.