Teologia
della Libertà
Parte
2
Partecipazione
all’infinità di Dio
“La libertà è
superiore alle idee, il volere è superiore al conoscere, e dicendo
superiore non dico che sia in alto: è in alto, è in mezzo, è in
basso: dappertutto. Dove vibra un’esigenza umana vibra un’esigenza
di volere, un’esigenza di libertà”.
Cos’è la libertà per
l’uomo d’oggi? Fabro la definisce come “un abisso che non ha
eguale”. E nel tentativo di spiegarne la dinamica scrive che “la
volontà si muove lungo la scia di luce che l’intelligenza le
proietta dinanzi. V’è un momento tuttavia in cui la volontà ha
bisogno oltre che di luce, di energia impulsiva al primo slancio
verso il bene”. È così che la volontà “trascina all’azione
anche l’intelligenza” quando “si attua nel ‘salto’”.
Infatti “ogni decisione comporta ‘il rischio’ simultaneo,
perché mai definitivamente superato, di perdersi e di salvarsi. La
libertà è possibilità di possibilità, aperta a tutti gli
imprevisti; e non si decide per una possibilità che non resti nel
suo fondo aperta a tutte le altre di bene e di male, nessuna esclusa.
Fin quando c’è attimo di vita, nessuna posizione è disperata:
basta un attimo per decidere e salvarsi”. Ma la “prima condizione
per non smarrirsi è di prendere, con animo virile, una
consapevolezza quanto più possibile salda e ben orientata”.
Perché è l’orientamento, verso Dio o verso le creature, ciò che
decide del destino di un uomo.
Fabro sottolinea che “la
libertà è l’essenza stessa dello spirito, la più
alta partecipazione dell’uomo alla natura di Dio di fronte alla
quale Dio stesso sta come in attesa ed in ascolto per la risposta di
amore da parte dell’uomo come nell’Annunciazione dell’Angelo
a Maria”. La stessa Incarnazione si è verificata grazie
all’atto di libertà di Maria che, con il suo Fiat di fronte
al sorprendente Annuncio dell’Angelo, ha permesso che il Verbo di
Dio, la Seconda Persona della Trinità, si facesse carne e scendesse
presso di noi per redimere i peccati degli uomini.
Sublime in tal senso la
meditazione che ci offre S. Caterina da Siena nelle sue
elevazioni sul Mistero dell’Annunciazione: “In te, o
Maria, si dimostra oggi la fortezza e la libertà dell’uomo;
perché dopo la deliberazione di tanto e sì grande consiglio, è
mandato a te l’angelo ad annunciarti il mistero del consiglio
divino, e cercare la volontà tua; e non discese nel ventre tuo il
Figliolo di Dio, prima che tu consentissi con la volontà tua.
Aspettava alla porta della tua volontà, che tu gli aprissi, ché
voleva venire in te; e giammai non vi sarebbe entrato se tu non gli
avessi aperto dicendo: Ecco l’ancella del Signore, sia
fatto a me secondo la parola tua”.
Ed è così che
l’Incarnazione stessa si fonda su un supremo atto di libertà da
parte della più sublime delle creature, la Vergine Maria. Quella
giovane figlia d’Israele, inviolata e castissima, di fronte al
sorprendente Annuncio dell’Angelo avrebbe potuto dire no, è
impossibile, non capisco come possa concepire e partorire visto che
“non conosco uomo”. E invece, nonostante il suo intelletto non
possa comprendere il miracolo che si sta per compiere, e che
permetterà all’umanità di trovare, attraverso il Redentore, un
riscatto dalla condizione di peccato originale in cui l’ha gettato
Adamo, la sua volontà accetta, dice il fatidico “Fiat”, si
sottomette in tutta libertà e abbandono in Dio, in timore e tremore:
“Fiat mihi secundum verbum tuum”. In questo modo Maria permette
che si compia il disegno divino: “Et Verbum caro factum est”.
Grazie a un atto di libertà gratuito, “è nato un Salvatore, che è
il Cristo Signore” (Lc., 2,11).
La conformità del
nostro volere con la volontà divina, ad imitazione di Maria, rende
l’idea della decisione radicale che guida l’esistenza nel
tormentato cammino terrestre: “Come la libertà partecipa
all’infinità di Dio così che l’uomo può decidere della
qualità del suo essere con Dio nella scelta del bene e contro Dio
con la conversio ad creaturas, così con la libertà l’uomo
“dirime” la sua eternità e la qualità della vita che l’attende
dopo la morte. La vita dopo la morte si presenta come l’attuazione
compiuta della sua libertà, la realizzazione della sua decisione
radicale: o con Dio, gli Angeli e i Santi o contro Dio e senza Dio
con gli Angeli ribelli e con coloro che si sono curvati sul finito
nella reduplicazione del proprio io”.
(Continua)
di
Andrea Colombo