Pochi
giorni fa la separazione tra Bill e Melinda Gates, con l’accusa al
fondatore di Microsoft di essere amico e frequentatore di Epstein
famoso pedofilo morto suicidato in carcere. Il
famoso filantropo tanto osannato dai grandi giornaloni adesso sembra
essere caduto in disgrazia.
Sul
Corriere
della Sera
di
ieri 13 maggio leggiamo
un attacco a
tutti i governi di Cina, Usa e Eruopa ma principalmente
all’OMS, del quale Bill Gates è il primo finanziatore.
Cosa
bolle in pentola? Vista la rivolta dei generali in Francia e adesso
anche negli
Usa le elite mondialiste corrono ai ripari con capri
espiatori prima
che esploda il
bubbone?
VLV
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La
pandemia di Covid si poteva evitare: «Troppi ritardi ed errori»
Un’indagine
sulla pandemia di Covid-19, commissionata a 13 esperti indipendenti,
sottolinea l’impreparazione e gli errori commessi
dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dai governi di Cina,
Europa e Stati Uniti
di
Guido Santevecchi
La
catastrofe del coronavirus si sarebbe potuta evitare, non
sarebbero morte oltre tre milioni di persone se
un «cocktail tossico» di impreparazione,
ritardi e scelte sbagliate nelle prime settimane del 2020
non avessero creato il «Momento
Chernobyl»
per il sistema sanitario mondiale.
È questo il risultato
del rapporto su «Preparazione e risposta alla pandemia» redatto da
13
personalità che erano state incaricate di indagare per conto
dell’Oms,
l’Organizzazione mondiale della sanità.
E tra i
principali responsabili di negligenza e impotenza c’è proprio
l’Oms,
assieme ai governi di Cina, Europa e Stati Uniti
ai quali viene imputata «assenza di leadership politica globale
aggravata da nazionalismi e tensioni geopolitiche».
Questo
studio
non
prende in considerazione l’origine del virus che causa il Covid-19,
ma osserva che dopo la sua comparsa, una serie di «anelli deboli in
ogni snodo della catena di prevenzione e reazione» hanno portato il
focolaio di Wuhan a diventare epidemia e poi pandemia.
Il
rapporto ricorda che le autorità cinesi tardarono a riconoscere che
la malattia si trasmetteva tra persone, ma sottolinea che i
medici a Wuhan furono veloci nell’individuare già a dicembre del
2019 il nuovo virus,
notizie in materia erano state pubblicate dai media e l’informazione
era arrivata con chiarezza anche all’Oms.
Certo, ci
furono errori e omissioni nella prima gestione in Cina, ma il 23
gennaio del 2020, quando il governo ordinò la gigantesca (per
allora) quarantena a Wuhan, l’Organizzazione mondiale della sanità
avrebbe dovuto dichiarare l’emergenza sanitaria internazionale.
Invece
passarono ancora giorni, fino al 30 gennaio. E solo l’11 marzo fu
usato il termine «pandemia».
La
lentezza dell’Oms è legata ad una serie di regole e procedure
sanitarie anacronistiche. All’Organizzazione è richiesta
«confidenzialità e una quantità di verifiche» prima di poter
prendere una decisione. Altre procedure per proteggere i commerci
hanno impedito di imporre tempestivamente restrizioni ai viaggi
internazionali. Nei giorni persi, il coronavirus ha potuto volare e
diffondersi: «Viviamo nel ventunesimo secolo ma ci siamo comportati
come nel Medioevo», dice Helen Clark, ex premier neozelandese e
copresidente del comitato d’inchiesta assieme alla ex presidentessa
liberiana Ellen Johnson Sirleaf.
Già a fine gennaio i
governi dei Paesi più sviluppati avevano comunque tutte le
informazioni per comprendere la gravità del pericolo. E invece hanno
«sprecato il mese di febbraio, alcuni Paesi hanno anche creato
conseguenze mortali negando e svalutando le evidenze scientifiche»,
ha detto Clark e poi, quando a marzo il disastro era esploso, è
partita «una pazza corsa per trovare mascherine, protezioni
individuali e attrezzature mediche che è stata acuita dalla carenza
di leadership globale».
Sferzante il commento della
signora Sirleaf: «Scaffali e archivi dell’Onu e delle capitali
mondiali sono pieni di dossier su precedenti crisi sanitarie, nessuno
li ha voluti studiare e prendere in considerazione, così siamo
caduti in questa catastrofe».
Per
evitare un’altra pandemia la raccomandazione è di costituire un
«Consiglio globale sulle minacce sanitarie» sotto la guida dei capi
di Stato, dare più poteri all’Oms perché possa investigare appena
si abbiano avvisaglie di una nuova crisi e costituire un fondo di 50
o meglio 100 miliardi di dollari per gestire le prime fasi di
un’emergenza con una potenza di fuoco adeguata.
Sarebbero
fondi ben spesi, dicono i tredici saggi della commissione, visto che
il costo economico della pandemia alla fine del 2021 sarà arrivato a
10 mila miliardi di dollari e l’onda lunga della catastrofe porterà
il conto totale per il mondo a 22 mila miliardi nel 2025.
13
maggio 2021