… e la fanno iniziare prima
ANSA, notizia totalmente inventata:
Covid: Niente stipendio senza il vaccino, decisione di un giudice
Dieci operatori di una Rsa avevano rifiutato la somministrazione
l medico aveva dichiarato i sanitari “inidonei al servizio”
permettendo così che venissero allontanati dalle loro attività senza
stipendio. Gli operatori no vax avevano fatto ricorso in Tribunale
sostenendo che la Costituzione dà libertà di scelta vaccinale.
Il giudice, giudicando “insussistenti” le ragioni dei ricorrenti, ha sancito che “è ampiamente nota l’efficacia del vaccino
nell’impedire l’evoluzione negativa della patologia causata dal virus
come si evince dal drastico calo dei decessi fra le categorie che hanno
potuto usufruire delle dosi, quali il personale sanitario, gli ospiti
delle rsa e i cittadini di Israele dove il vaccino è stato somministrato
a milioni di individui”.
Apprendiamo – grazie a Weltanschauung Italia – che la notizia di cui sopra
è un falso dei media allo scopo di terrorizzare
ecco come è andata:
Il terrorismo mediatico raggiunge vette sempre più ardite e purtroppo
tantissimi abboccano e si lasciano terrorizzare. L’ultimo caso: vari
giornali, capeggiati da Repubblica e CdS, riportano la notizia del
giudice di Belluno che ha respinto il ricorso di alcuni dipendenti di
una Rsa che si sono rifiutati di vaccinarsi. E scrivono che i dipendenti
in questione è vero che non sono stati licenziati, ma sarebbero stati
sospesi e privati dello stipendio.
Qualcuno aggiunge pure che se vogliono tornare a lavorare e a
percepire lo stipendio dovranno vaccinarsi o aspettare la fine della
pandemia.
Sebbene si sa che in magistratura vi è di tutto, mi sembrava troppo strano che un giudice potesse così stravolgere il diritto.
Mi sono quindi procurato la, sentenza, scoprendo che ancora una volta i media fabbricano fake news per terrorizzare. La sentenza infatti dice tutt’altro e il caso è ben diverso.
I lavoratori avevano fatto ricorso contro il provvedimento assunto
dall’azienda dopo che il medico aziendale, certamente con decisione
piuttosto audace, li aveva dichiarati “temporaneamente inidonei al lavoro”
in quanto non vaccinati. La privacy dunque, prima cosa importante da
sottolineare, non è stata violata, perché il dato sanitario era a
conoscenza del medico responsabile e non del datore di lavoro.
Ma quale provvedimento ha assunto a questo punto l’azienda? Li ha licenziati? Li ha messi in aspettativa senza assegni? Ma quando mai! Non potendo essere adibiti ad altre mansioni, sono stati collocati d’ufficio in ferie (retribuite, ovviamente).
Il giudice respinge il ricorso proprio perché, scrive, non ci sono
elementi per pensare che il datore di lavoro voglia licenziare i
lavoratori in questione o sospendere il loro stipendio e dunque non
esiste il “periculum in mora” paventato dai ricorrenti.
I giornali hanno dunque precisamente capovolto il significato
di questa sentenza: essa mostra che un lavoratore ha diritto a non
vaccinarsi e non perde per questo il lavoro o lo stipendio, ma anzi,
quando pure il medico responsabile giungesse a dichiararlo inidoneo al
lavoro, deve essere adibito ad altre mansioni e se ciò non è possibile
viene collocato in ferie.
Che cosa succede se dovesse terminare le ferie? In tal caso il
ricorso avrebbe esito diverso, evidentemente, visto che si realizzerebbe
proprio quel periculum che allo stato attuale il giudice ha potuto
escludere. In sostanza, il problema lo deve risolvere l’azienda.
Vi supplico: non cadete nella trappola del terrore.
A. Imbriani
(Qui sopra la sentenza)