Oggi la sola minaccia alla pace viene… dalla NATO
titolo originale
NATO 2030: “Fermare questo folle treno prima che sia troppo tardi!”
In una lettera aperta a Jens Stoltenberg, Segretario generale della
NATO, diversi alti ufficiali militari si sono raggruppati nella rivolta
del Cercle de Réflexion Interarmées contro il progetto NATO 2030 che ci
sta lanciando contro Cina e Russia. Lo riproduciamo qui:
Giovedì 18 febbraio 2021 ci è stato presentato lo studio “NATO 2030”,
prodotto su vostra richiesta. Indica quali dovrebbero essere le
missioni della NATO per i prossimi dieci anni. Fin dalle prime righe ,
sembra che l’intero orientamento della NATO poggi sul paradigma di una
doppia minaccia, una russa, presentata come già operante oggi, l’altra
cinese, potenziale e futura. Due principali linee emergono da questo
studio. Il primo è “ l’arruolamento” degli europei contro una presunta
impresa di dominio planetario della Cina, in cambio della protezione americana dell’Europa contro la minaccia russa che incombe su di essa.
Il secondo è l’aggiramento della regola del consenso, con diversi
accorgimenti: operazioni nelle coalizioni dei volenterosi; attuazione di
decisioni che non richiedono più il consenso; e soprattutto la delega
di autorità al SACEUR (Supreme Allied Commander Europe, ossia al comando
americano in Europa, con l’argomento dell’efficienza e
dell’accelerazione del processo decisionale.
La lettura di questo progetto “NATO 2030” mette in luce un monumento
di pacifica malafede, di tranquilla disinformazione e
strumentalizzazione di questa “minaccia russa” – una “minaccia”
pazientemente creata e continuamente alimentata e mantenuta, al fine di
“mettere in riga” l’europeo. alleati dietro gli Stati Uniti, in vista
della lotta incombente con la Cina per l’egemonia mondiale. Questo è il
motivo per cui, signor Segretario generale, prima di ogni altra
considerazione sul futuro come proposto nel progetto NATO 2030, è
importante fare il punto sulle cause e sulla realtà di questa minaccia
russa, con alcuni richiami storici.
La storia non inizia nel 2014, ed è prova di incrollabile malafede
storica riguardante le relazioni euro-russo-americane, da passare in una
sola frase (proprio all’inizio del paragrafo “Russia”) direttamente dal
“costruttivo partnership ” che sarebbe stata lanciata dalla NATO
all’inizio degli anni ’90 alla “annessione della Crimea alla Russia nel
2014”, come se nulla fosse accaduto tra il 1991 e il 2014, tra” la
Russia gentile “dell’epoca e e il di oggi malvagio” orso russo “. È
infatti la NATO che, a partire dagli anni ’90, a marce forzate s’è
allargata verso Est, certamente su richiesta dei paesi interessati, ma
nonostante le assicurazioni date alla Russia nel 1991 durante la firma
del Trattato di Mosca (2); è la NATO che anno dopo anno ha avvicinato i
suoi eserciti ai confini della Russia, approfittando della
decomposizione dell’ex URSS.È stata ancora la NATO che, senza alcun
mandato delle Nazioni Unite, ha bombardato la Serbia (3) per 78 giorni,
con più di 58.000 sortite aeree, e questo sulla base di una vasta
operazione di manipolazione e d’intox da parte di alcuni servizi segreti dell’Alleanza,
(il cosiddetto piano serbo “Potkova” e l’affare Racak), avviando così,
contro ogni legittimità internazionale, la creazione di un Kosovo
indipendente strappandone parte. il suo territorio a uno stato sovrano,
in nome del diritto dei popoli all’autodeterminazione, umiliando così la
Russia attraverso il suo alleato serbo.
Questo principio sarebbe di geometria variabile, quando si tratta di
Crimea composta da oltre il 90% di russi e che si unisce alla Russia
senza sparare un colpo?
È stata la NATO che nel 2008, forte della sua dinamica “conquista
dell’Est”, che ha rifiutato la mano tesa dalla Russia per un nuovo
“Patto di sicurezza europeo” che mirava a risolvere i conflitti
irrisolti negli Stati Uniti. Abkhazia, Ossezia del Sud), in cambio di
una certa neutralità da Georgia, Ucraina, Moldova – vale a dire
dall’immediato “entroterra” russo – nei confronti della NATO.
Ed è sempre con questo stesso spirito di conquista, percepito come un
vero e proprio strangolamento dalla Russia, che è stata fatta la
scelta, nel 2010, di aiutare [in Ucraina] i gravi disordini dell
‘”Euromaidan”, un vero e proprio colpo di stato che ha portato
all’eliminazione del presidente ucraino legalmente eletto, considerato
troppo filo-russo, in vista di proseguire la politica di riavvicinamento
dell’Ucraina alla NATO. Conosciamo il resto, con le secessioni di
Crimea e Donbass.
È stata la NATO che all’inizio degli anni 2000, dopo aver associato
la Russia a una difesa missilistica anti-teatro che avrebbe dovuto
“proteggere gli Stati Uniti ei suoi alleati, inclusa Russia”, da un
attacco missilistico sparato da “stati canaglia”, in particolare Iran e
La Corea del Nord (sic), ha di fatto trasformato nel 2010 durante il
vertice di Lisbona, questo sistema in un’architettura globale di difesa
missilistica balistica in Europa (BMDE), non più teatro, ma in un vero
scudo questa volta rivolto contro la Russia e non proteggendola .
È stata ancora una volta la NATO ad assicurare alla Russia che i siti
di lancio dei missili antibalistici (ABM) così dispiegati davanti alla
sua porta non avrebbero mai potuto essere trasformati in siti offensivi
contro il suo territorio vicino “, dimenticando di specificare»
che in realtà questi lanciamissili ABM ( MK 41) potrebbe altrettanto
bene essere utilizzati per lanciare missili offensivi Tomahawk contro il
suo territorio (nucleari o convenzionali con gittate maggiori di 2000
km a seconda della versione), in flagrante contraddizione con il
trattato INF in vigore al momento del loro dispiegamento
La potenziale minaccia così esercitata sulla capacità di secondo
attacco della Russia, alla base della sua deterrenza nucleare, ha messo
seriamente in discussione l’equilibrio strategico USA-Russia, spingendo
la Russia a sospendere ogni cooperazione all’interno del NRC (Consiglio
NATO). 2013, quindi anche prima del caso Crimea del 2014, che sarà poi
utilizzato dalla NATO per giustificare – a posteriori – la protezione
BMDE dell’Europa di fronte alla nuova “minaccia russa”!
Quindi sì, signor Segretario generale, alla fine di questi vent’anni
di continui sforzi da parte della NATO per ricreare “il nemico russo”,
essenziale per la sopravvivenza di un’organizzazione teoricamente
puramente difensiva, sì, la Russia ha finito per irrigidirsi, e cercando
in Oriente la collaborazione che l’Occidente gli ha rifiutato.
L’impresa di separare la Russia dall’Europa, portata avanti
pazientemente negli anni, dai vostri predecessori e da voi stessi sotto
la costante autorità degli Stati Uniti, è ormai ben avviata, poiché la
Russia, finalmente ancora una volta “la minaccia russa”, giustifica gli
esercizi più provocatori come Defender 2020 rinviato al 2021, sempre più
vicino ai suoi confini, così come i nuovi concetti di impiego
mini-nucleare più folli sul teatro europeo sotto l’autorità del…
l’alleato americano che solo ha la chiave.
Ma no, signor Segretario generale, oggi, e nonostante tutti i suoi
sforzi, la Russia, con il suo budget militare di 70 miliardi di euro
(appena il doppio di quello della Francia), non costituisce una minaccia
per la NATO con i suoi 1000 miliardi di euro, di cui 250 per tutti i
paesi europei dell’Alleanza! Ma non è questo che vi preoccupa, perché
ciò che è ora preso di mira da questo nuovo concetto della NATO 2030 è
un progetto molto più ampio: vale a dire coinvolgere l’Alleanza
atlantica nella lotta per l’egemonia mondiale annunciata tra Cina e
Stati Uniti.
La vera minaccia, quella vera, è quella del terrorismo. Lo studio gli
dedica uno sviluppo, ma senza mai allontanarsi dalla parola
“terrorismo”, né caratterizzarne le fonti, le sorgenti, i fondamenti
ideologici e politici.
In altre parole, avremmo come minaccia, in questo caso, solo una
modalità di azione, poiché questa è la natura del “terrorismo”. Evitiamo
quindi una realtà inquietante, quella dell’islamismo radicale e del suo
messianismo che nulla ha da invidiare a quella del comunismo di un
tempo. Il problema è che questo stesso messianismo è alimentato
dall’immenso caos generato dalle iniziative americane del dopoguerra
fredda, e che è persino ideologicamente guidato sia dalla Turchia di
Erdogan, membro della NATO, sia dall’Arabia Saudita, un fedele alleato
degli Stati Uniti.
Come ci si poteva aspettare, sin dalle prime righe sembra che questo
documento non sia di buon auspicio per l’indipendenza strategica
dell’Europa: il suo scopo è chiaramente quello di riprendere il
controllo sugli alleati europei prima che avessero potuto solo
immaginare di avere un briciolo di un primo risveglio all’autonomia
europea.
Non è tutto, perché non solo pensi di trasformare la NATO, inizialmente un’alleanza difensiva costruita per proteggere l’Europa da un nemico che non esiste più, in un’alleanza offensiva contro un nemico che non esiste per l’Europa,
(anche se non ci inganniamo sulle ambizioni territoriali della Cina,
dall’impatto del suo potere economico e dalla natura totalitaria del suo
regime); ma questo rapporto va ancora oltre, proprio verso[la mutazione della NATO] in un’organizzazione con una vocazione politica mondiale, che ha il controllo su qualsiasi altra organizzazione internazionale.
Quindi, secondo questo rapporto:
- La NATO dovrebbe stabilire una pratica di consultazione tra gli
alleati prima delle riunioni di altre organizzazioni internazionali
(ONU, G20, ecc.), Il che significa in parole semplici “vieni e prendi le
istruzioni il giorno prima” per imporle in maniera massiccia il giorno
dopo in plenaria!
- La NATO deve avere una forte dimensione politica, proporzionata al
suo adattamento militare. L’Organizzazione dovrebbe prendere in
considerazione il rafforzamento dei poteri delegati al Segretario
generale, in modo che possa prendere decisioni concrete sul personale e
su alcune questioni di bilancio.
- La NATO dovrebbe creare, all’interno delle strutture esistenti
dell’Alleanza, un meccanismo più strutturato per la formazione di
coalizioni. L’obiettivo sarebbe che gli Alleati potessero collocare
nuove operazioni sotto la bandiera della NATO anche se non tutti
volessero partecipare ad una possibile missione.
- La NATO dovrebbe considerare l’opportunità di garantire che il
blocco di un fascicolo da parte di un singolo paese sia possibile solo a
livello ministeriale.
- La NATO dovrebbe approfondire le consultazioni e la cooperazione con i partner indo-pacifici: Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Repubblica di Corea.
- La NATO dovrebbe iniziare a pensare internamente alla possibilità di stabilire un partenariato con l’India. (!)
Signor Segretario Generale, È perché questa organizzazione, quando ha
perso il suo nemico, non ha mai smesso di gettarsi a capofitto nella
giustificazione politica della conservazione del suo strumento militare,
riforgiando il suo nuovo nemico russo, che oggi tende a diventare un
pericolo per l’Europa. Perché, non contenta di aver fatto perdere
all’Europa l’opportunità di una vera pace duratura desiderata da tutti,
compresa la Russia, la NATO animata solo dalla preoccupazione della sua
sopravvivenza, e della sua giustificazione dalla sua estensione, ha solo
provocato un vasto riarmo su entrambi lati dei confini della Russia,
dal Baltico al Mar Nero, mettendo in pericolo la pace in questa Europa,
che ora considera solo come il suo futuro campo di battaglia,
E ora, attraverso questo documento NATO 2030, e contro la logica più
elementare che è che è la missione che giustifica lo strumento e non il
contrario, i romani non dicevano già “Cedant arma togae”? – vorresti,
per il futuro, giustificare lo strumento militare di questa alleanza
trasformandolo in uno strumento politico, ineludibile, per la gestione
di vaste coalizioni internazionali, a beneficio di un vero governo
planetario, arrivando anche a annullare le decisioni delle Nazioni Unite
e schiacciare le sovranità nazionali
Quindi no, signor Segretario generale! Questo folle treno deve essere
fermato, prima che sia troppo tardi! La Francia, da parte sua, in linea
con i principi enunciati più di mezzo secolo fa dal generale de Gaulle,
non poteva, senza gravemente fallire, prestarsi a questa impresa di
un’avventurosa accettazione della tutela americana sull’Europa.
Per il Cercle de Réflexion Interarmées (4), l’Air Brigade General (2S) Grégoire Diamantidis