04 marzo 2021 Viganò: Draghi Rappresenta la Quintessenza del Nuovo Ordine Mondiale
Viganò: Draghi Rappresenta la Quintessenza del Nuovo Ordine Mondiale
4 Marzo 2021
Pubblicato da Marco Tosatti
ET CONCULCABIS LEONEM ET DRACONEM
Super aspidem et basiliscum ambulabis,
et conculcabis leonem et draconem.
I liberi pensatori, sino al secolo scorso, potevano
propagandare le proprie idee intrise di principi massonici e di retorica
perché il corpo sociale non era liberale; potevano rimanere sul sagrato
delle chiese, la domenica mattina, mentre le loro donne e i loro figli
assistevano alla Messa, andavano a catechismo, venivano istruiti dalla
Chiesa e dallo Stato ai principi morali e ai valori condivisi
dell’onestà, del senso del dovere, dell’amor patrio. Potevano mandare a
morire in guerra milioni di giovani vite, in nome di ideali che ancora
erano legati ad un mondo essenzialmente cristiano, anzi profondamente
cattolico e romano: quel mondo in cui i nostri soldati al fronte
recitavano il Rosario, pregando per i propri cari e per la cara Italia,
terra benedetta dalla Provvidenza, culla della civiltà e sede del
Papato. Ma quei principi liberali e massonici, pur denunciati dai
Pontefici e combattuti da Vescovi, predicatori e teologi, sono riusciti a
far breccia nella nostra società, soprattutto dopo la Seconda Guerra
Mondiale ed ancor più dopo il nefasto Sessantotto.
Ci siamo così ritrovati, per il necessario e
inevitabile ricambio generazionale, ad avere un’intera classe dirigente
che è stata formata alla scuola del libero pensiero, all’ideologia
massonica, all’indifferentismo religioso, alla laicità dello Stato e
alla conseguente crisi morale del Paese. Decenni di indottrinamento
hanno cancellato l’eredità religiosa e morale dell’Italia, portando gli
Italiani a vergognarsi di un passato glorioso e a rinnegare duemila anni
di Cristianità.
Doveva essere una scelta di progresso, senza
privilegiare la verità a discapito dell’errore, senza riconoscere il
primato del bene sul male, senza imporre leggi e dottrine con la forza
ma promuovendone l’applicazione con la scelta consapevole; ci ritroviamo
una Nazione corrotta, che approva il concubinato e l’aborto, promuove
la sodomia e la perversione, riconosce diritti al crimine e deride o
addirittura condanna l’onestà, la rettitudine, la virtù. In nome della
tolleranza ci è stato chiesto di consentire legittimità al male,
rassicurandoci che comunque il bene non sarebbe stato ostacolato: oggi
lo Stato garantisce e tutela il male ed è giunto a vietare il bene. Si
possono commettere i crimini più abominevoli, come uccidere una creatura
innocente nel ventre materno o l’anziano inerme e il malato terminale
nel letto d’ospedale, ma è proibito difendere la vita, la famiglia, la
Religione.
D’altra parte, l’essenza del liberalismo – che,
ripeto, è l’applicazione politica e sociale dei principi della
Massoneria – risiede proprio nel disarmare progressivamente la
maggioranza dei buoni, e al contempo nel sostenere e rafforzare la
minoranza dei corrotti, sotto il pretesto di una presunta quanto assurda
parità di diritti. Eppure non dovrebbe essere così difficile, se si
usasse un po’ di raziocinio, comprendere che la sola idea di uguaglianza
è assurda, perché presuppone un appiattimento delle differenze,
un’omologazione delle diversità che di fatto finisce col cancellare ciò
che viceversa dovrebbe rendere il corpo sociale – e quello ecclesiale
per coerenza – efficiente in tutte le sue membra, diverse ma
armonicamente connesse.
Pretendere che un piede possa vedere o che una mano
possa ascoltare, o ridurre le funzioni degli organi al minimo comun
denominatore è un’operazione assurda e sciagurata, come lo sarebbe
pretendere che in un’automobile la frizione svolga la funzione delle
ruote o che il motore faccia il lavoro dei fari. Eppure nella cosa
pubblica si lascia comandare chi non è costituito in autorità, si
permette di definire famiglia un’unione che per natura è destinata alla
sterilità del vizio, si riconosce il diritto di decidere se una legge
sia giusta non a chi ha la saggezza e la prudenza di farlo, ma a chi
antepone il proprio interesse particolare al bene comune. E si finisce
con l’adorare il vitello d’oro rifiutando il culto esclusivo al Dio vivo
e vero. In questo la democrazia rivela la sua debolezza, dal momento
che pone come postulato una bontà innata nella moltitudine, che
viceversa è incline al male e al peccato e che ha bisogno di esser
guidata da un’autorità che abbia come modello valori trascendenti.
Questa corsa verso il baratro ha i chiarissimi connotati della nemesi, punizione di una hybris che
non conosce freni, che sfida il Cielo, che nella vertigine della
ribellione e del caos rifiuta ogni gerarchia e ogni ordine impresso dal
Creatore e Signore di tutte le cose. Solo così possiamo comprendere le
decisioni scellerate dei governanti, dalla gestione dell’emergenza
pandemica all’indiscriminata accoglienza degli immigrati clandestini;
solo così riusciamo a vedere la follia che unisce in un unico disegno
fatti apparentemente scollegati tra loro. Cercare una qualche
ragionevolezza nelle parole del sedicente esperto che impone le
mascherine per proteggere la popolazione da un virus influenzale, o
nell’ordine dell’autorità di chiudere le scuole e i ristoranti mentre
sui mezzi pubblici i cittadini sono costretti a viaggiare stipati
asseconda questa follia, riconoscendole una razionalità e una logicità
che non può avere. Così come è assurdo contestare la presunta
inevitabilità dei prestiti che l’Italia dovrebbe richiedere all’Unione
Europea, dopo che questa – con modalità criminali degne dei peggiori
usurai – ha creato scientificamente le premesse sociali ed economiche
della crisi economica. È altrettanto assurdo chiedersi perché le cure
per il Covid siano boicottate per favorire cosiddetti vaccini
sperimentali realizzati con feti abortivi e dagli effetti ancora ignoti,
quando è evidente che la pandemia è stata pianificata con lo scopo da
un lato di arricchire spropositatamente la lobby farmaceutica e
dall’altro di imporre misure di controllo altrimenti inaccettabili.
Ma se questo nostro atteggiamento costruttivo e aperto
al confronto poteva in qualche modo esser giustificato e scusato fino a
qualche anno fa in nome di una parziale comprensione del quadro
globale, oggi esso rischia di degenerare in una sorta di complicità
ottusa, perché la presunzione di buonafede da parte dei nostri
interlocutori è stata ampiamente sconfessata. Le vicende recenti della
crisi del governo Conte bis e la fiducia accordata al governo del
Presidente Draghi non fanno eccezione, e se non stupisce il generale
entusiasmo dei partiti anche della cosiddetta opposizione, lascia
sconcertati il consenso delle vittime alla nomina di un carnefice ben
peggiore dell’avvocato di Volturara Appula.
Pare anzi che l’avvento del cinico tecnocrate sia
stato salutato con sollievo, dopo un anno di reboanti proclami e
plateali fallimenti del predecessore e di tutta la sua grottesca
accolita di impresentabili. Se infatti vi è stato chi fino a ieri
deplorava la pessima gestione della pandemia a colpi di DPCM tanto
illegittimi quanto devastanti, oggi l’efficienza nel perseguimento del
medesimo piano sembra rappresentare un miglioramento, come se il
condannato a morte si rallegrasse della migliore affilatura della lama
della scure, mentre abbassa consenziente il capo sul ceppo per ricevere
il colpo del boia.
Gli Italiani, indotti alla soggezione e alla servitù
dal martellamento dei media e da un’operazione di manipolazione delle
masse, sono stati ancor più obbedienti di altre Nazioni apparentemente
più disciplinate: mentre nelle nostre città qualche politico raccomanda
il distanziamento sociale durante timide manifestazioni di protesta, in
molti Paesi europei i cittadini scendono in piazza spontaneamente e
fronteggiano la repressione violenta delle forze dell’ordine con
determinazione. Mentre la nostra “opposizione” si scandalizza per
l’inefficienza del commissario Arcuri nella distribuzione dei vaccini,
all’estero gruppi di avvocati e medici ne denunciano la pericolosità e
si oppongono all’obbligo vaccinale, ottenendo che le stesse autorità ne
vietino la distribuzione. E se c’è chi viola per esasperazione norme
palesemente illegittime, in Italia è criticato come irresponsabile
proprio da coloro che, non fosse che per calcolo politico, dovrebbero
cavalcare la rivolta e dimostrare quanto sia assurdo chiudere le
attività commerciali in assenza di evidenze scientifiche che legittimino
l’adozione di misure così drastiche.
Mario Draghi rappresenta la quintessenza della
tirannide del Nuovo Ordine, nella sua cinica competenza, nella
professionalità della sua azione devastatrice, nell’efficienza dei suoi
funzionari. E non stupisce che egli sia stato educato, come Joe Biden e
tanti altri leader globalisti, alla scuola ideologica dei Gesuiti. Non
stupisce, ed anzi non avrebbe potuto essere altrimenti: solo una
struttura fortemente gerarchica e quasi militare poteva manipolare le
giovani coscienze di intere generazioni, con diabolica lungimiranza,
preparando l’avvento di una società tirannica e disumana. L’abbiamo
visto in Italia, ben prima del Sessantotto, quando i professori
universitari salutavano con scomposto entusiasmo l’elezione di Roncalli,
amico del modernista Bonaiuti, ben sapendo come la sua apparente
bonomia nascondesse una mente avvelenata dalle dottrine combattute da
San Pio X e ancora avversate da Pio XII fin sul letto di morte.
L’abbiamo visto negli Atenei di mezza Europa e nelle Università
cattoliche americane, da cui sono usciti i protagonisti del Vaticano II e
del postconcilio, gli agit-prop del Movimento Studentesco e dei
sindacati di sinistra, i terroristi delle Brigate Rosse e gli ideologi
della Teologia della Liberazione, i teorizzatori della liberazione
sessuale, del divorzio e dell’aborto. Potremmo affermare che negli
ultimi decenni non si sia avuto alcun evento politico, sociale,
culturale e religioso che non abbia trovato un potente ispiratore nei
Gesuiti. I quali, dopo aver rinnegato il giuramento e i voti pronunciati
il giorno della loro Professione, hanno messo a disposizione del nuovo
padrone la loro rete di relazioni e la loro capacità di infiltrare i
propri emissari nei posti chiave della politica, dell’amministrazione
pubblica, dell’istruzione, della cultura, dei media, dell’imprenditoria e
della finanza. Una rete che replica, forse con maggior efficienza e
incisività, quella non meno eversiva delle sette massoniche e delle
conventicole di cospiratori.
Giuseppe Conte, homo novus sponsorizzato
oltretevere da Prelati ampiamente compromessi con la peggiore politica
democristiana e cattocomunista, ha svolto la sua funzione di
inconsistente burattino dalle ambizioni tanto ridicole quanto
velleitarie: la sua parabola ha consentito il perseguimento di un
progetto di ingegneria sociale che prevedeva proprio un avvocato sine nomine come
ignaro esecutore degli ordini del burattinaio globalista. E che proprio
facendo leva sulla sua vanità ha potuto usarlo per imporre alla
popolazione decisioni devastanti, senza alcuna ratifica del Parlamento
né tantomeno della volontà degli elettori. Ma il suo ruolo chiaramente
temporaneo, quasi come una comparsa, si doveva esaurire nel momento in
cui, divenuta evidente la sua inconsistenza e imperizia su tutti i
fronti, si sarebbe reso necessario quel “cambio di passo” che già dalla
scorsa estate qualche raro osservatore della politica italiana prevedeva
si sarebbe realizzato con l’avvento di Mario Draghi, ex Governatore
della BCE, esponente della lobby finanziaria e naturale erede di Mario
Monti.
Potremmo vedere un istruttivo parallelo di questa
situazione nello speculare ruolo che il gesuita Jorge Mario Bergoglio si
è visto assegnare dalla cosiddetta Mafia di San Gallo: anche
l’Argentino, fino ad allora quasi sconosciuto, è stato eletto Papa per
demolire le ultime vestigia della Chiesa Cattolica; e come Conte, anche
Bergoglio crede di essere l’autore di un cambiamento radicale ed
irreversibile, pensando di passare alla storia mentre chi lo manovra ha
già designato chi prenderà il suo posto. Anche in questo caso la vanità,
l’egocentrismo, anzi il delirio di onnipotenza del personaggio gli
impediscono di comprendere di essere usato e che l’appoggio di cui oggi
beneficia si tramuterà in spietato cinismo non appena i suoi disastri
saranno abilmente enfatizzati dai media. L’uno e l’altro hanno un simile
destino, né farà eccezione Joe Biden, la cui Vicepresidente Kamala
Harris attende con impazienza il momento in cui il copione prevederà
l’estromissione del corrotto democratico col pretesto della sua salute
mentale e fisica.
È quindi importantissimo, e parimenti ineludibile, che
quanti hanno a cuore le sorti della Patria comprendano che il
Presidente Draghi in nulla si discosterà dall’agenda globalista, se non
nella maggiore efficienza con cui la realizzerà. Nutrire la speranza che
il tecnocrate al quale si deve la devastazione della Grecia possa in
qualche modo venir meno al suo compito è da sprovveduti, così come è
ogni forma di collaborazione o di supporto a questo governo non può che
condurre inesorabilmente alla ulteriore perdita di sovranità nazionale e
all’asservimento completo al Nuovo Ordine. Non dimentichiamo che il
gabinetto del Primo Ministro annovera personaggi quali Vittorio Colao e
Roberto Cingolani, per i quali il Great Reset è ormai in stadio
avanzato di compimento, con o senza il consenso degli elettori. Chi
governa oggi, in Italia come negli Stati Uniti, non considera
minimamente rilevante che il proprio potere sia usurpato con manovre di
palazzo o con frodi elettorali, né che il totem della democrazia grazie
al quale ha potuto illudere le masse sia sostituito da una crudele
dittatura, con o senza l’alibi dell’emergenza pandemica. Sappiamo bene
che era tutto programmato da anni, e che per realizzare fino in fondo il
progetto globalista l’élite non esiterà a violare i diritti
fondamentali, col pretesto di farlo “per il nostro bene”. Ma sappiamo
anche che quanto più ci avviciniamo alla fine dei tempi, tanto più la
Provvidenza moltiplica le grazie per il pusillus grex che rimane fedele al Signore.
Se sapremo capire che ciò che avviene in Italia fa
parte di un unico copione sotto un’unica regia, riusciremo a cogliere la
coerenza tra fatti apparentemente eterogenei, e soprattutto
comprenderemo che le motivazioni che vengono addotte per legittimare
provvedimenti in violazione delle libertà naturali degli individui non
sono altro che pretesti, tanto falsi quanto razionalmente incongruenti. E
siccome tutto si regge su una colossale menzogna, sarà sufficiente che
crolli uno solo degli inganni per far sprofondare l’intera Torre di
Babele globalista, i suoi gerarchi, i suoi sacerdoti, i suoi cortigiani,
i suoi servi. Cadent a latere tuo mille, et decem millia a dextris tuis; ad te autem non appropinquabit:
il Salmo 90 ci ricorda la protezione dell’Altissimo, la punizione che
aspetta i peccatori; ci sprona a riporre la nostra fiducia in Dio, il
Quale manderà i Suoi angeli per proteggerci lungo il nostro cammino.
Non lasciamoci sedurre dall’apparente ineluttabilità
del male: Satana è l’eterno sconfitto, sia che cerchi di distruggere la
Chiesa di Cristo – roccia incrollabile per le stesse parole del
Salvatore – sia che si accanisca su quel che rimane dell’umano
consorzio. E se davvero dev’esserci un Great Reset della nostra società, esso si compirà solo con il pentimento per le colpe pubbliche delle Nazioni, con un nuovo rinascimento della Cristianità, con un ritorno alla Legge di Dio. Fiat volutas tua,
recitiamo nel Padre nostro: sia questa la nostra agenda, sull’esempio
della Vergine Santissima, Nostra Signora e Regina, che per prima ha
calpestato l’aspide e il basilisco, ha schiacciato la testa del leone e
del drago.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
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