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Stefano Andreotti difende il padre e accusa Piersanti Mattarella: fulmine a ciel sereno



19 febbraio 2021
Stefano Andreotti difende il padre e accusa Piersanti Mattarella: fulmine a ciel sereno

Dal sito Palermo parla


Lettera bomba al Corriere della Sera, firmata da Stefano Andreotti, in cui – in occasione dell’anniversario del pur turpe assassinio dell’allora Presidente della Regione in via Libertà a Palermo – accusa Piersanti Mattarella di contatti con la Mafia. Nel contesto, l’accusa coinvolge la sincerità, o quanto meno la limpidezza, del magistrato Giancarlo Caselli.

Notizia ripresa subito anche da Libero quotidiano.

Così pubblica Libero

Gravi accuse di contatti con la mafia su Piersanti Mattarella, il fratello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ucciso in un agguato da Cosa Nostra 40 anni fa. È Stefano Andreotti, figlio dello storico leader Dc Giulio Andreotti, a scrivere una lettera al Corriere della Sera per replicare all’ex procuratore capo di Palermo Giancarlo Caselli che sempre sul quotidiano di via Solferino aveva ricordato gli incontri del Divo Giulio con i boss nel 1980.

Tutto si basava sulle confessioni del pentito Marino Mannoia

Il figlio di Andreotti ricorda: “Il racconto non fu ritenuto attendibile nella sentenza di primo grado – ricorda il figlio di Andreotti – che giunse all’assoluzione, mentre una diversa valutazione ne fu data dai giudici di secondo grado, che si pronunciarono essenzialmente proprio su tale base in modo diverso. La sentenza di Cassazione che scrisse la parola fine alla vicenda processuale sostiene che ‘i giudici dei due gradi di merito siano pervenuti a soluzioni diverse’, ma ‘non rientri tra i compiti della Cassazione’ …operare una scelta tra le stesse”.

Sol per questo, in altri termini, la Cassazione si risolse, per se stessa, in un …non luogo a procedere.

“Si può aggiungere poi – continua Stefano Andreotti – che il sopra menzionato racconto di Mannoia contenga affermazioni davvero infamanti anche della figura di Piersanti Mattarella, che ‘dopo aver intrattenuto rapporti amichevoli con i cugini Salvo e con Bontate, ai quali non lesinava i favori’ successivamente avrebbe …mutato la propria linea di condotta”.

“Dichiarazioni – conclude Andreotti in riferimento a Caselli – che chi ritiene veritiero quanto riferito su mio padre si guarda bene dal riportare nella loro interezza”.

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Nota.

Che il nome dei Mattarella fosse in odore di mafia, con riferimento al padre e al nonno dei due notissimi uomini politici, è chiacchiera di sempre in Sicilia. La notizia è “bomba”, perché è eclatante in bocca a Stefano Andreotti, ma non rappresenta certo un inedito. Purtroppo colpisce personaggi che si erano certamente “ripuliti” e che rappresentavano un vanto per la ‘super ingiuriata’ Sicilia. (Sergio Natoli)

Nota 2.

Giulio Andreotti interpretò se stesso nel Documentario ‘Il cinema visto da vicino‘ presentato al Festival di Venezia (dove fu scattata la foto che ingelosì la moglie, unico caso nella vita dell’uomo politico, peraltro fedelissimo). Il giovane On.le Andreotti era stato da poco – nel corso della sua bruciante ascesa politica – sottosegretario al Cinema.

Alla domanda quale fosse l’attrice che più ammirava, Andreotti rispose: “La mia passione è sempre stata Carla Del Poggio”. Più di tutte ammirava, dunque, la protagonista di “Maddalena zero in condotta”, perché gradiva la sua ‘bellezza più normale’ rispetto alle ‘vamp’ come la Pampanini e la Lollobrigida.

Alla domanda se avesse avuto qualche avventura, qualche storia extraconiugale, ribadì la sua monogamia assolutamente granitica: “Mi sono sposato nel ‘ 45 e sono sempre stato fedele a mia moglie”. Che una sola volta gli fece ‘quella’ scenata di gelosia, quando il settimanale Oggi pubblicò la sua foto sottobraccio ad Anna Magnani scattata alla mostra del cinema di Venezia.

Il regista, critico ed anche attore, Tatti Sanguinetti ebbe a dichiarare: “Di Andreotti non avete capito niente. Avrà bloccato cinque film, ma ne ha favorito la produzione di cinquemila”.

Nota 3

Bernardo Mattarella, padre di Piersanti e Sergio, è stato un politico italiano, più volte Ministro della Repubblica. E’ stato da sempre chiacchierato per avere avuto un ruolo nella Mafia di Castellammare del Golfo.E’ stato anche accusato da un pentito. Tuttavia Antifascista, nel 1942-1943 partecipò a Roma alle riunioni clandestine guidate da Alcide De Gasperi in cui si posero le basi della Democrazia Cristiana. Avversò il separatismo siciliano. Nel luglio 1943, dopo lo sbarco alleato, insieme a Giuseppe Alessi e Salvatore Aldisio fondò la DC siciliana. Nel settembre 1943 fu assessore comunale a Palermo, nell’amministrazione civica insediata dall’AMGOT, l’amministrazione militare americana.

In una lettera del 29 giugno 1946, poco dopo il voto per l’Assembla Costituente, Bernardo Mattarella così scriveva a Luigi Sturzo: “La lotta elettorale è stata dura e faticosa, ma ci ha dato anche il grande risultato del pieno fallimento della mafia… I separatisti, che ne dividevano con i liberali i favori, sono stati miseramente sconfitti”.

Una vera messe di personaggi figura fra gli accusatori di Bernardo Mattarella, citiamo da Claudio Martelli a Pio La Torre, ma prima ancora da Gaspare Pisciotta, braccio destro del bandito Salvatore Giuliano. Infine anche dal sociologo e filantropo Danilo Dolci,. Secondo lo storico Giuseppe Casarubea Mattarella era ritenuto vicino al boss di Alcamo Vincenzo Rimi. Di recente il collaboratore di giustizia, Francesco Di Carlo ha dichiarato: “Il vecchio Bernardo Mattarella, padre del capo dello Stato, mi fu presentato come uomo d’onore di Castellammare del Golfo. Me lo presentò tra il ’63 e il ’64 il dc Calogero Volpe, affiliato alla famiglia di Caltanissetta, che aveva uno studio a Palermo”.

Nota 4

Una probabile ipotesi è che le vicende di Piersanti Mattarella e dello stesso Salvo Lima, come il lungo processo ad Andreotti (una sorta di persecuzione, oggi un replicato dejà vu) siano dipesi dal fatto che tali personaggi intrapresero una politica anti mafia, ma “questa” aveva inteso aiutarli nel corso della rispettiva escalation politica. Per questo pretendeva un appoggio sine die. Se le cose stanno così, si evidenzia come la “cosiddetta mafia“, troppo identificata con la criminalità organizzata o, meno ancora, con “quelli del pizzo”, sia presente dappertutto. O infiltrata… Mafia e Massoneria, realtà (specie ad un certo livello) molto affini, del resto, in “camera caritatis” non lo nascondono. Anzi se ne fanno un vanto


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